Può sembrare un problema banale ma non lo è: l’ emoji con la faccina sorridente di Apple è percepita da numerosi utenti con un significato negativo. I simboli pittografici noti come “Emoji”, diffusi inizialmente solo in Giappone, sono da alcuni anni diventati popolari in tutto il mondo, usati nei messaggi, nelle conversazioni via chat e anche via mail. Sono talmente usati che a detta di Instagram, nel 2015 in metà delle descrizioni delle immagini pubblicate erano presenti i simboli in questione.
Le Emoji rendono facile esprimere al volo un sentimento, rendendo più colorate e meno fredde le conversazioni virtuali. La rappresentazione grafica di questi simboli non è ad ogni modo identica tra i vari produttori di sistemi operativi e, benché i lineamenti base sono quelli raccomandati dall’Unicode (consorzio internazionale che si occupa dell’interoperabilità nel trattamento informatico dei testi in lingue diverse) la rappresentazione grafica differisce anche molto da sistema a sistema.
Uno studio del gruppo di ricerca GroupLens (Università del Minnesota), mostra le stesse emoji come sono rappresentate sui diversi sistemi operativi, evidenziando differenze anche rilevanti. È il caso della semplice faccina sorridente: questa appare diversa se visualizzata su cinque piattaforme mobile (Apple, Google, Microsoft, Samsung, LG) o sistemi desktop, con il risultato finale che potrebbe essere interpretato anche diversamente da come è stato originariamente concepito.
È stato chiesto ad alcuni tester di indicare cosa rappresentassero 22 simboli su cinque diverse piattaforme, verificando che la percezione è diversa secondo la piattaforma sulla quale viene visualizzata la faccina. Nel 70% dei casi la “grin face” (il viso che sorride a bocca aperta) è stato percepito ed usato con un’accezione negativa. In alcuni casi la resa grafica (le gote rosse) semplificano l’interpretazione; in altri, i denti serrati non erano correttamente interpretati. Quella di Apple è stata da molti interpretata come un sentimento negativo. La soluzione che arriva dallo studio finale è ovviamente quello di rappresentare in modo univoco le faccine, mettendo d’accordo tutti gli operatori, lasciando solo minime possibilità di personalizzazione e impedendo che gli utenti possano interpretare male la faccina in un messaggio.