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Su Machine Learning Journal – il blog di Apple nato per documentare ricerche e innovazioni dell’azienda nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’Apprendimento Automatico – un nuovo articolo indica con dovizia di particolari aspetti tecnici sulla privacy differenziale, meccanismo usato da Apple nel quale i dati degli utenti vengono riordinati in modo casuale e combinati con quelli di milioni di altri utenti. Da dispositivi quali iPhone, iPad e Mac, Apple vede solo schemi generici, che non possono essere ricondotti all’utente ma che consentono all’azienda di capire quali sono, per esempio, le emoji più usate, i suggerimenti da indicare all’utente con la tastiera QuickType, determinare il perché alcuni siti influenzano il consumo energetico di Safari e altro ancora.
Le impostazioni sulla privacy differenziale a livello locale aggiungono informazioni casuali ai dati prima che vengano analizzati da Apple, così che non possano essere collegati al proprio dispositivo: i propri dati vengono combinati con quelli di molti altri utenti compensando le aggiunte casuali a vicenda, lasciando emergere modelli che aiutano a conoscere meglio le abitudini d’uso degli utenti, senza ottenere informazioni riconducibili alle singole persone.
Alla prima attivazione di un dispositivo Apple (o in qualsiasi momento andando nelle Impostazioni) è possibile scegliere se condividere o meno quelli che in gergo si chiamano dettagli di analycts. Su iPhone con iOS 10 e seguenti basta andare in Impostazioni > Privacy > Analisi; su macOS Sierra e seguenti in Preferenze di Sistema > Sicurezza e Privacy > Privacy e selezionare nella colonna a sinistra Analisi.
Apple, come accennato, spiega che raccoglie elementi che consentono di migliorare i suggerimenti di QuickType (la tastiera predittiva di iOS), monitorare il consumo energetico in generale e l’utilizzo della memoria RAM in Safari. Tutte le informazioni di diagnosi e utilizzo vengono inviate in formato anonimo, senza indicazioni univoche relative a dispositivi o marcature temporali sul verificarsi di un evento.
Tra le curiosità rivelate dal documento, l’utilizzo delle emoji. La faccina che ride con lacrime di gioia è utilizzata dal 25% degli utenti di lingua inglese, seguita dal pittogramma del cuore; stessa cosa dagli utenti francofoni che però al terzo posto tra le emoji più usate hanno il pittogramma del bacio. Interessante notare che nella lingua di Albione si usano molto pittogrammi più “cupi” rispetto a quelli usati nelle conversazioni dai francesi, come ad esempio il teschio e la faccina triste.