Non c’è mai stato grande amore per il Mac da parte GNU Emacs, che dagli anni Settanta a oggi è un riferimento nel mondo Unix-Linux e il piccolo gioiello di Richard Stallman, che ne è il padre assieme a Guy L. Steele.
Stallman, che è anche il fondatore delle Free Software Foundation (FSF), non ha mai fatto mistero delle sue opinioni piuttosto forti rispetto al software proprietario e a tutte le piattaforme che non aderiscano in maniera molto netta alla sua idea di “open”. Considerato un radicale e un personaggio “contro” e “scomodo”, Stallman forse soffre anche il fatto che la sua creatura più importante, GNU (acronimo ricorsivo che significa Gnu’s Not Unix) come progetto di sistema operativo totalmente aperto e libero è stato soppiantato da Linux e che il creatore di quest’ultimo, Linus Torvalds, è considerato il reale alfiere dell’open source.
Qui il punto però è diverso. Come nota Sebastian Wiesner, sviluppatore che manteniene numerosi pacchetti per Emacs, in un suo articolo molto arrabbiato, “Gli sviluppatori di Emacs hanno disabilitato deliberatamente una funzionalità che funzionava perfettamente per gli utenti di macOS perché non era disponibile per i sistemi free”. E aggiunge: “Come se fosse colpa nostra se Linux è notoriamente indietro come sistema desktop”.
Cosa è successo? La versione 24.4 di Emacs, rilasciata due anni fa, per gli utenti macOS prevedeva il supporto del nuovo Core Text basato su un motore di rendering per i font. Cosa che a sua volta aveva dato la possibilità, oltre ad avere un rendering migliore del testo, anche di abilitare gli emoji a colori. Certo non la cosa più importante del mondo, ma comunque qualcosa di piacevole e anche unico.
Peccato però che con Emacs 25.1 la funzionalità è scomparsa. E uno scarno comunicato spiega: “Su porting di Emacs per OS X Cocoa (“Nextstep”) la gestione dei font multicolore (come gli emoji a colori) è disabilitata. […] Verrà riabilitata di nuovo quando sarà stata implementata su Emacs per i sistemi operativi “free”.”
“Nella piccola torre d’avorio della felicità del software libero della FSF – scrive Wiesner – questa decisione sicuramente ha senso, ma come persona che mantiene un popolare pacchetto per Emacs e cerca di fornire una grande interfaccia utente, mi sento come se ci avessero dato il dito medio. È il chiarissimo messaggio per cui, non importa quanto possiamo contribuire, come utenti macOS saremmo sempre trattati da cittadini di seconda classe nel mondo di Emacs. Non siamo i benvenuti e non lo saremo mai”.