Elon Musk ha scritto un un post (come si chiamano ora i tweet) che la sua piattaforma X pagherà le spese legali di quanti sono stati trattati ingiustamente dai datori di lavoro a causa di un post o di un like su X, il social precedentemente noto come Twitter. «Se siete stati trattati ingiustamente dal vostro datore di lavoro a causa di un post o di un like su questa piattaforma, finanzieremo le vostre spese legali», ha dichiarato Musk.
Il sito statunitense The Verge scrive che Musk dimentica di quando licenziò alcuni dipendenti di SpaceX per averlo osato criticare, indicato come “fonte di distrazione e imbarazzo”; Musk è lo stesso finito in tribunale per mancati pagamenti per screzi con dipendenti che sono stati licenziati dall’oggi al domani dopo il suo arrivo e che hanno ricevuto buonuscite diverse da quelle pattuite). Musk è lo stesso alla guida di Tesla, citata in giudizio per discriminazioni verso le persone di colore, azienda come “un luogo di lavoro segregato razzialmente in cui i lavoratori afroamericani sono soggetti a insulti razziali e discriminazioni per incarichi di lavoro, disciplina, retribuzione e promozione, che creano un ambiente di lavoro ostile”.
Si citano altri esempi in perfetta contraddizione con l’ultima sparata di Musk, ricordando i licenziamenti messi in atto quando qualcuno ha osato mettere in discussione la sua leadership.
If you were unfairly treated by your employer due to posting or liking something on this platform, we will fund your legal bill.
No limit.
Please let us know.
— Elon Musk (@elonmusk) August 6, 2023
Intanto il miliardario riferisce che gli utenti mensili di X hanno raggiunto un «nuovo massimo» e ha recentemente condiviso un grafico dal quale si evince che l’ultimo conteggio è di oltre 540 milioni.
A luglio il flusso di cassa è stato indicato come ancora negativo per via di un calo del 50% nelle delle entrate pubblicitarie previsto a giugno.
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