Twitter dovrà affrontare una causa collettiva per via dei suoi licenziamenti di massa, voluti dal nuovo proprietario Elon Musk, che potrebbero potenzialmente dimezzare il numero dei dipendenti del social network.
Secondo Bloomberg, i dipendenti hanno intentato una causa collettiva contro l’azienda presso la corte federale di San Francisco, perché i. licenziamenti sarebbero illegittimi, in conflitto con il Worker Adjustment and Retraining Notification (WARN) Act degli Stati Uniti. Secondo la legge sul lavoro, le aziende con 100 o più dipendenti sono tenute a notificare loro i licenziamenti di massa con 60 giorni di anticipo. In un’email vista dal Washington Post, Twitter aveva riferito che i licenziamenti sono stati “purtroppo necessari per garantire il successo dell’azienda”.
L’azienda ha anche spiegato ai dipendenti di rimanere a casa in queste ore e attendere un’e-mail: nel caso in cui ne ricevano una nel proprio account Twitter, il loro lavoro è al sicuro; viceversa, nel caso in cui la mail arrivi nell’account personale, il contenuto sarebbe quello del licenziamento. Alcuni dipendenti stanno segnalando sul social network di essere già stati bloccati dalle loro e-mail di lavoro, oltre ad essere stati rimossi dall’account Slack centrale dell’azienda.
Ad ogni modo, i ricorrenti chiedono al tribunale di emettere un ordine che costringa Twitter a conformarsi alla legge WARN. Shannon Liss-Riordan, l’avvocatessa che rappresenta i querelanti, ha affermato di aver presentato la denuncia anche per assicurarsi che i dipendenti capiscano che non sono obbligati a firmare le dimissioni, e che hanno una strada per far valere i propri diritti.
Liss-Riordan è stata anche l’avvocatessa che ha gestito la causa contro Tesla a giugno scorso, per i licenziamenti che hanno tagliato il 10% della forza lavoro della casa automobilistica. Simile a quella denuncia, i querelanti allora sostenevano che Tesla violava il WARN Act. Il capo dell’azienda Elon Musk, che ha rilevato Twitter una settimana fa, ha definito “futile” la causa intentata dai dipendenti. Nel primo caso riguardante i licenziamenti in Tasla, la corte si era anche schierata con l’azienda e aveva stabilito che i dipendenti avrebbero dovuto negoziare con Tesla in un arbitrato a porte chiuse.
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