Nell’ambito di un incontro con gli investitori per la presentazione degli ultimi risultati finanziari, il CEO di Tesla, Elon Musk, ha mandato frecciatine a Apple, criticando il “giardino murato” della Mela e facendo osservazioni sull’uso del cobalto (componente cardine delle batterie agli ioni di litio).
Nell’ambito di una discussione sui piani per permettere ai competitor di Tesla di usare la sua rete di ricarica, Musk ha riferito di non voler creare un “giardino murato” come clava contro i competitor, alludendo alle pratiche di Apple con l’App Store.
“Voglio sottolineare che il nostro obiettivo è sostenere l’avvento di energia sostenibile”, ha riferito Musk rispondendo ad una domanda sulla possibilità di permettere ai competitor di usare la sua rete di ricarica. “Non è quello di creare un giardino recintato e usarlo per randellare i nostri competitor come fanno alcune aziende”, fingendo alla fine della frase un colpo di tosse e pronunciando chiaramente la parola “Apple”.
Il termine “giardino murato” è un riferimento alla chiusura di Apple della piattaforma iOS/iPadOS, pienamente controllata da Cupertino. È Apple che decide quale software può essere distribuito e installato su iPhone e iPad, obbligando sviluppatori e utenti a passare per l’App Store.
Parlando delle batterie di Tesla, Musk ha di nuovo fatto riferimento a Apple. Ha spiegato che molte persone erroneamente credono che Tesla usi un sacco di cobalto, elemento richiesto per le celle delle batterie agli ioni di litio dei dispositivi elettronici, affermando che è invece Apple quella che usa più di tutti cobalto.
“Apple penso usi quasi al 100% il cobalto nelle loro batterie, nei cellulari e laptop mentre Tesla non usa cobalto nei pack di ferro-fosfato, e quasi per niente nei prodotti a base di nichel”, ha riferito Musk. E ancora: “Su una base media ponderata possiamo usare il 2% di cobalto contro il 100% usato da Apple”.
Il cobalto è un componente chiave richiestissimo nell’industria elettrica per realizzare il catodo, il polo negativo delle batterie, un materiale che proviene soprattutto dal Congo, alimentando una filiera nota per essere un inferno di soprusi nei confronti dei lavoratori, sfruttamento minorile, salari da fame, morte e malattie. Il materiale estratto finisce in Cina, paese che domina la filiera congolese del cobalto con diverse aziende che a loro volta vendono il materiale in questione alle aziende che producono batterie.
Apple pubblica ogni anno un report con aggiornamenti specifici sui progressi nel rispetto di ambiente e condizioni di lavoro. Nel 2020, ad esempio, il 100% di stagno, tantalio, tungsteno, oro, cobalto e altri elementi usati nella filiera dei produttori di Apple sono tutti risultati provenienti da fonti certificate. Apple è da tempo impegnata in iniziative per l’uso responsabile di materiali e ha predisposto svariate iniziate sull’approvvigionamento di minerali che prevedono trasparenza nella filiera e l’auditing dei fornitori.