Apple perde quota nella classifica dell’elettronica verde. La società di Cupertino scende, infatti, dal quinto al nono posto nel contesto dell’indagine promossa da Greenpeace e che giunge oggi al sedicesimo posto. Apple non ha particolari demeriti ma fallisce nell’obbiettivo di far crescere la qualità del suo sistema di produzione e dei materiali nell’ottica su cui si concentra l’associazione ambientalista, ovvero, essenzialmente, riciclabilità e ridotta tossicità.
Secondo Greenpeace i risultati positivi «sono dovuti alla politica di eliminazione delle sostanze pericolose dai prodotti in commercio. Tutti gli articoli a marchio sono privi di PVC e ritardanti di fiamma. Apple, attiva sul piano politico, sta facendo pressione per dare più forza alla direttiva RoHS (Restriction of Hazardous Substances in electronics). La compagnia migliora anche nella copertura del suo programma di ritiro e riciclo dei prodotti a fine vita e, nel 2008, ha impiegato il 41,9 percento di plastica riciclata (+38% rispetto l’anno precedente). Sul piano energetico, Apple riporta le emissioni dell’intero ciclo di vita dei suoi articoli. Tra il 2006 e il 2007 ha ridotto del 3 % le proprie emissioni di gas serra» ma per avere un pieno elogio secondo Greepeace deve fornire una posizione pubblica sul suo supporto per immediate restrizioni sugli organoclorurati e composti a base di bromo. Deve anche chiarire la sua pozione riguardo alla posizione di TechAmerica sulle restrizioni su PVC e BFR. Apple viene penalizzata anche sulla mancanza di informazioni sulla gestione dei prodotti chimici e sulla sua catena di fornitori. «Apple continua – aggiunge l’associazione ambientalista – a fornire scarse informazioni sui piani futuri sull’eliminazione di sostanze tossiche»
Apple a parte, la classifica vede al comando, come in precedenti edizioni, Nokia seguita a breve distanza da Sony Ericsson « per aver messo al bando – dice Greenpeace – sostanze altamente nocive come PVC e ritardanti di fiamma a base di bromo, antimonio, berillio e ftalati. Anche Acer, Wipro, HCL e HP hanno conquistato punti grazie all’eliminazione dei ritardanti di fiamma e del PVC dai loro prodotti.
HP, in particolare, può vantare diverse linee di notebook e desktop toxic-free già in commercio e una stampante priva di PVC. Abbiamo poi voluto premiare Philips per l’iniziativa Econova TV: il primo televisore prodotto dall’azienda senza PVC né ritardanti di fiamma a base di Bromo»
Tra i “cattivi” Greenpeace mette LG, Samsung, Dell e Lenovo che «hanno disatteso gli impegni presi in passato e per questo sono scese in classifica. Netto dietrofront anche per Toshiba, che avrebbe dovuto ripulire la propria catena di produzione entro il 1 aprile 2010 e non l’ha fatto. Toshiba inoltre non si è preoccupata di informare i propri clienti e tantomeno Greenpeace, né ha identificato una nuova scadenza per raggiungere l’obiettivo».
Da segnalare sul fondo della classifica, appena davanti all’eterna ultima Nintendo, Microsoft. La società di Redmond viene punita in graduatoria per non avere fornito abbastanza informazioni sui piani di eliminazione di PVC e BFR e per avere fatto un passo indietro sull’impegno in questo senso.