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Effetto Retina: Apple ritira i suoi prodotti dal registro EPEAT

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Apple ha comunicato alla Electronic Product Environmental Assessment Tool (EPEAT) che ritirerà i suoi prodotti dal registro di sistema EPEAT, l’ente americano che certifica il grado di ecocompatibilità dei prodotti elettronici, e in futuro non presenterà più ulteriori dispositivi da inserire nello stesso. La, decisione, sorprendente considerando non solo che da molto tempo Apple ha usato il marchio EPEAT nelle sue comunicazioni di marketing, ma anche per il fatto che Cupertino è stata una delle aziende che più ha contribuito alla nascita dello standard e ha una delegazione nel board dell’organismo, arriva da EPEAT stessa.

Apple, interpellata da alcuni media americani, non ha fornito alcuna spiegazione sulle ragioni della decisione, rinviando semplicemente alla sezione del suo sito dove si spiegano i vantaggi in termini ambientali dei suoi prodotti, ma Robert Frisbee, CEO di EPEAT fornisce qualche indizio, quando dice di avere ricevuto comunicazione dai vertici della società sul fatto che il «la direzione impressa al design dei prodotti non è più compatibile con le norme richieste dal’organismo per la loro certificazione».  Quel che questo significa, è facilmente intuibile dando un’occhiata all’assemblaggio del MacBook Retina; il nuovo computer è praticamente inaccessibile dal punto di vista dell’assemblaggio con le sue viti speciali, batteria incollata, pannello LCD e coperchio fusi in un pezzo solo. Tutto questo è incompatibile con le norme dell’EPEAT che richiede che un prodotto possa essere smontato con strumenti comuni, questo per permettere lo smaltimento degli elementi tossici separatamente da quelli che sono recuperabili.

Il MacBook Pro Retina, secondo MacFixIt “il prodotto meno riparabile di tutti i tempi in ambito Mac”, proprio per questa ragione, non è stato sottoposto alla certificazione EPEAT, ed è probabile che nel tentativo di creare prodotti più sottili e leggeri il trend proseguirà anche per futuri prodotti impedendo ad essi di ricevere il “bollino” dell’ente americano. Come dire che tra restare aderente agli standard di EPEAT con i suoi prodotti e avere libertà di disegnarli in maniera da provilegiare peso e stile, Apple ha scelto questa seconda strada.

La decisione di Apple, oltre che qualche ritorno negativo dal punto di vista dei rapporti con le associazioni ambientaliste, potrebbe avere qualche riscontro anche sul piano della presenza in alcune nicchie di mercato. Negli Stati Uniti, ad esempio, il Governo Federale acquista il 95% dei prodotti informatici solo tra quelli certificati EPEAT; 222 su 300 università americane chiedono ai loro dipartimenti di acquisto di privilegiare i prodotti EPEAT, 70 acquistano solo prodotti EPEAT. Anche alcune grandi aziende statunitensi acquistano solo prodotti con la certificazione dell’ente. Questo vuol dire che sarà più complicato per i Mac e gli accessori trovare la strada per finire in istitutizioni didattiche e agenzie governative, ma come fa notare Shaw Wu sul Wall Street Journal, Apple ricava ormai una enorme parte del suo fatturato da iPhone e iPad, che non sono mai stati certificati EPEAT; in più le macchine create da Cupertino hanno un ampio mercato internazionale che minimizza l’impatto del mancato acquisto da parte di istituzioni americane.

Una delle ipotesi attualmente sul tavolo è che Apple stia preparando un nuovo standard simile ad EPEAT ma in grado di prendere in considerazione prodotti con abbondanza di colle e chassis inaccessibili. Ma In ogni caso per ora Apple resta fuori dall’EPEAT dove aveva 39 tra computer e monitor e l’ente americano è ora molto più debole, visto il peso di Apple: «erano un supporter molto della nostra attività – dice Frisbee – e siamo davvero molto dispiaciuti che non vogliano più misurare i loro prodotti con in nostri standard»

Fonte: EPEAT

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