Le richieste d’aiuto automatiche inviate da Apple Watch, iPhone ma anche da numerosi altri dispositivi e assistenti digitali contribuiscono a salvare diverse vite ma, prima di implementare queste nuove funzioni e servizi, secondo EENA Apple e gli altri colossi della tecnologia devono consultare prima i servizi di emergenza.
La richiesta di collaborazione indirizzata ai Big IT arriva da EENA, European Emergency Number Association, l’organizzazione non governativa che riunisce i servizi di emergenza di decine di nazioni, non solo europee, Italia inclusa, ma anche degli Stati Uniti.
L’appello scaturisce da problemi rilevati sul campo: infatti nella maggior parte dei casi i servizi di assistenza non sono a conoscenza di questi nuovi servizi creati dai colossi della tecnologia e implementati nei loro dispositivi senza comunicazione alcuna con le organizzazioni e le società che rispondono alle richieste d’aiuto. Un’assenza di comunicazione che genera falsi allarmi e anche l’impossibilità di elaborare le richieste ricevute.
Nel documento EENA elogia la maggior sicurezza offerta agli utenti da dispositivi indossabili, app, assistenti virtuali e veicoli connessi, ma evidenzia anche alcuni grandi limiti e problemi di questi sistemi di richiesta d’aiuto in assenza di comunicazione e collaborazione con le autorità pubbliche e i centri di assistenza che devono raccogliere le richieste d’aiuto e gestire le persone sul campo.
«A volte i dati non possono essere elaborati presso i centri di risposta alle emergenze, insieme a un aumento degli allarmi di emergenza dovuti a falsi allarmi». E ancora «Ci sono stati casi in cui i call center hanno ricevuto messaggi automatici (a volte anche in una lingua straniera) da app che li avvisavano degli utenti in difficoltà. Dato che i servizi di emergenza non avevano informazioni preliminari su questo nuovo prodotto o su come i messaggi sarebbero stati inoltrati, non era stato definito alcun protocollo. I cittadini erano in pericolo, ma i servizi di emergenza non sapevano come rispondere correttamente a questi avvisi»
Il pericolo più grave è che gli aiuti possono essere inviati in un luogo sbagliato, perdendo tempo prezioso e dedicando personale che così potrebbe non risultare disponibile per una vera chiamata d’aiuto. In ogni caso la collaborazione tra i colossi della tecnologia e i servizi di assistenza è auspicabile anche per i colossi IT perché «Questa situazione potrebbe danneggiare in modo significativo la credibilità di un’azienda e dei suoi prodotti, nonché mettere a rischio la sicurezza dei suoi utenti».
Ricordiamo che Apple ha già implementato lo standard AML, Advanced Mobile Location, che permette di localizzare le chiamate di emergenza effettuate con iPhone: la tecnologia AML è impiegata da diversi centri di assistenza e intervento anche italiani che fanno parte di EENA.
Tenendo in considerazione l’importanza della questione e la pregressa esperienza con AML, è molto probabile che Cupertino risponderà rapidamente a questo nuovo appello di collaborazione di EENA. La richiesta porta la firma dei responsabili per interventi ed emergenze di oltre 20 nazioni. Per l’Italia troviamo: Paolo Muneretto per i Vigili del Fuoco di Venezia, Marco Torriani per l’Agenzia Sanitaria Territoriale di Brescia , il ricercatore Colum Donnelly infine Marioluca Bariona per EMS di Torino.
La chiamata automatica di soccorso e anche il rilevamento cadute di Apple Watch hanno contribuito a inviare tempestivamente gli aiuti in svariati incidenti e situazioni pericolose: ne abbiamo parlato in numerosi articoli sulle pagine di macitynet. Per tutto quello che c’è da sapere su Apple Watch 4 e l’ultimo modello Apple Watch 5 rimandiamo ai rispettivi articoli. Tutti gli articoli su Apple Watch li trovate su questa pagina di Macitynet.