La National Music Publishers Association (NMPA) – associazione che rappresenta i produttori e i cantautori musicali statunitensi – ha inviato una lettera di diffida a Spotify, puntando il dito contro il servizio di streaming perché sfrutterebbe contenuti protetti da copyright senza le licenze richieste.
Della lettera riferisce Billboard, rivista statunitense dedicata alla musica, riferendo che, secondo la NMPA, la piattaforma svedese non ha ottenuto le necessarie licenze – alcune concesse proprio dalla NMPA – per lo sfruttamento di lavori musicali in testi, video e podcast.
A Spotify è stato chiesto di rimuovere i contenuti distribuiti senza licenze, sottolineando che dovrà altrimenti affrontare le violazioni del copyright per uso continuato di materiale non autorizzato.
Nella diffida spedita a Spotify si legge: “Siamo venuti a conoscenza che Spotify mostra testi, riproduce e distribuisce video musicali e podcast utilizzando opere musicali senza il consenso o il compenso dei rispettivi editori e/o amministratori (i nostri membri) che controllano i diritti d’autore delle composizioni musicali. […] Spotify sembra quindi coinvolta in una violazione diretta ospitando nei suoi testi, video e podcast opere musicali prive di licenza e distribuendo ai suoi utenti riproduzioni, sincronizzazioni, visualizzazioni e usi derivati non autorizzati di queste opere musicali. Peggiorando la situazione, Spotify trae profitto da tali violazioni”.
In nome e per conto dei suoi membri, NMPA ha chiesto a Spoitify la rimozione dalla piattaforma di testi, video musicali e podcast, riferendo che altrimenti trarrà le conseguenze per l’uso continuo e improprio di tali materiali.
Un portavoce di Spotify ha dichiarato a Billboard che la diffida è “un’acrobazia” di comunicazioni, con “affermazioni false e fuorvianti”, sottolineando di avere pagato agli artisti importi record nel 2023, e che l’azienda è sulla buona strada per superare il precedente record nel 2024.
Spotify è da tempo in guerra con Apple: l’azienza svedese si è rivolta alla Commissione europea affermando che l’App Store rappresenterebbe un ostacolo alla concorrenza nel mercato della musica digitale. Apple sottolinea che attualmente Spotify detiene una quota del 56% del mercato europeo dello streaming musicale, più del doppio del suo principale competitor, e non paga nulla a Apple per i servizi che l’hanno aiutata a diventare uno dei brand più conosciuti al mondo. “Un’ampia parte del suo successo è dovuta all’App Store, oltre che a tutti gli strumenti e alla tecnologia che Spotify utilizza per creare, aggiornare e condividere la sua app con utenti Apple in tutto il mondo”.