Dopo il malcontento e le minacce di ricorso all’antitrust rimbalzate dal Belgio e dall’Olanda a margine delle nuove politiche per l’abbonamento alle riviste in digitale su iTunes che Apple intende proporre dal mese di marzo, ora anche ad alzare la voce sono gli influenti editori francesi. A dare notizia dei tamburi di guerra che segnano la fine della luna di miele tra la Mela e il mondo della carta stampata è l’autorevole giornale finanziario La Tribune.
Al centro della polemica c’è, ancora una volta, l’obbligo per gli editori di separare le edizioni su carta da quelle in vendita su iTunes, una situazione che obbliga gli editori a cedere ad Apple il controllo degli abbonati e conseguentemente crea per gli stessi editori uno scenario in cui corrono il rischio di diventare dei semplici fornitori di contenuti a basso valore aggiunto per un servizio in controllo di Cupertino. Secondo Denis Bouchez, direttore generale dell’Unione della Stampa francese «Apple vuole minare la strategia multicanale. In più se si considera che Apple ci chiede il 30% del costo dell’abbonamento e che 19,2% va in IVA sui beni digitali, siamo nella situazione che ci costerà di più pubblicare un giornale su iTunes che su carta».
Non è questo il primo faccia a faccia tra editori francesi ed Apple. In dicembre, dice La Tribune, i rappresentanti degli editori si erano già incontrati con l’amministratore delegato della filiale francese di Apple chiedendo che fosse inserita una fascia di prezzo intermedia tra 79 centesimi e 1,59 euro per poter vendere i giornali con un ricavo maggiore senza perdere soldi ma in un tempo avere un corso inferiore alle edizioni su carta. Ma la questione degli abbonamenti pare essere di portata maggiore e potenzialmente esplosiva. In vista c’è anche il ricorso all’antitrust, azione che è stata esplicitamente richiesta al ministro Christine Lagarde. L’intervento degli organismi che regolano la concorrenza è stato paventato anche in Belgio dove il ministro Vincent Van Quickenborne ha già presentato una formale richiesta di esame della politiche Apple proprio all’antitrust.
Secondo diversi osservatori la competenza sulla vicenda che anche se non ancora palesemente tocca da vicino diverse altre nazioni, potrebbe essere trasferita i dalle autorità nazionali a quelle dell’Unione Europea, aprendo un caso spinoso per Apple.