Chiamato a testimoniare anche Eddy Cue, vice presidente dei servizi internet e software – tra cui iTunes ed App Store – e responsabile dei servizi di pubblicità e cloud business di Apple, Siri, Mappe ed Apple Pay. Durante il processo che vede Apple accusata di aver bloccato software di terze parti su iPod, Cue ha detto la sua, approfondendo il discorso dei DRM e motivando la decisione di simulare un errore di sistema che cancellasse tutti i brani acquistati su store alternativi.
Stando alle sue dichiarazioni, Apple, dopo aver vagliato le varie soluzioni possibili, pensò di offrire in licenza ad altre società la tecnologia DRM di Fairplay – questo il nome dato al software proprietario per la gestione dei diritti digitali – in quanto così sarebbe stato possibile espandere il mercato musicale facendolo crescere più rapidamente «ma non siamo riusciti a trovare un modo funzionante ed affidabile per offrirlo ad altre aziende» ha raccontato Cue.
Furono diversi i problemi tecnici che l’azienda incontrò, primi l’interoperabilità e la crescente moltitudine di lettori MP3 sul mercato: Apple sapeva che sarebbero usciti nuovi dispositivi di altre società che avrebbero potuto non funzionare con tale sistema. «Altri hanno cercato di fare questo, ed hanno fallito miseramente – ricorda Cue – uno di questi fu Microsoft».
Le etichette discografiche – scrive The Verge – erano contro il concetto di iTunes Music Store visto che avevano già i loro negozi di musica digitale ed utilizzavano diverse tecnologie DRM per i propri brani. Difendere l’uso dei DRM con iTunes e iPod era obbligatorio per Apple, in quanto solo così sarebbe stato possibile mantenere sicuro il proprio negozio «Quando abbiamo scoperto l’esistenza dell’hack, l’unica cosa da fare era rimediare alla falla in un certo periodo di tempo: desistere avrebbe fatto rinunciare le case discografiche a vendere musica attraverso iTunes».
Cancellare i brani scaricati da altri software era quindi la soluzione più rapida per proteggere i file di musica digitale delle case discografiche, che a quel tempo controllavano l’80% del mercato musicale. Apple usa ancora Fairplay per proteggere i file musicali crittografati sui propri server, ma viene poi rimosso nel momento in cui viene effettuato l’acquisto del brano: tale sistema controlla e protegge anche i contenuti presenti su iBooks e le applicazioni su App Store.