Eddy Cue, Senior Vice President of Services di Apple, è stato chiamato a testimoniare nella causa giudiziaria contro Google in corso negli USA, accusata di abuso di posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca.
Big G e Apple sono in molti casi distanti su tematiche fondamentali come la privacy ma il vice presidente senior di Apple ha difeso la scelta di predisporre Google come motore di ricerca di default.
Il sito The Verge riferisce che Cue ha difeso la scelta di Apple, citando poche ma importanti motivazioni, spiegando essenzialmente che Google è e rimane l’unica e la migliore scelta possibile.
“Ho sempre pensato che fosse nel migliore interesse di Google, e nel nostro migliore interesse, ottenere un accordo”, ha riferito Cue alla richiesta se questa opzione fosse stata possibile senza un accordo. “Senza dubbio all’epoca non vi erano valide alternative a Google”.
Apple a quanto pare non ha interesse nel creare un suo motore di ricerca e Cue ha avuto difficoltà anche semplicemente nel ricordare quali potevano essere le alternative a Google da offrire su iOS.
Nel corso del procedimento è stato fatto notare che gli accordi di Apple e Google prevedono di non offrire nelle fasi della prima impostazioni dei dispositivi la possibilità di scegliere un motore di ricerca diverso ma Cue vede questa scelta da un diverso punto di vista, con Apple che cerca di offrire agli utenti più opzioni possibili già attive e operative. “Abbiamo scelto Google come motore di ricerca di default perché abbiamo sempre pensato che fosse il migliore. Abbiamo scelto il migliore e integrato opzioni che consentono all’utente di modificarlo facilmente”.
Cue ha spiegato che l’approccio alla privacy di Apple offre all’utente forme di protezione che non obbligano l’utente a login con Google, prevedendo inoltre funzionalità anti-tracciamento in Safari. “Abbiamo sempre pensato di fare con la privacy meglio di quanto faccia Google”, ha riferito ancora Cue.
Il processo negli USA contro Google potrebbe cambiare molte dinamiche e paradigmi del mercato digitale; il Giudice dovrà stabilire se l’azienda a abusato della sua posizione dominante nell’ecosistema dei motori di ricerca, e nasce da un’istruttoria aperta nel 2019 dall’Antitrust americano – da parte del Dipartimento di Giustizia USA. Tra le accuse, quelle di pratiche commerciali scorrette, come ad esempio gli accordi con produttori di smartphone come Apple, che avrebbe permesso di dominare il mercato delle ricerche online, a scapito di alternative quali DuckDuckGo, Bing, Yahoo, ecc. Gli accordi con Apple e altre aziende, secondo il dipartimento di Giustizia sono illegali, schiacciano la concorrenza ed impediscono a prodotti nuovi potenzialmente più innovativi di emergere.