Il quotidiano La Stampa ha avuto modo di parlare di Apple Music con Eddy Cue, senior vice president Internet Software and Services di Apple. Il servizio di streaming musicale è stato lanciato a giugno del 2015, il leader in questo settore è Spotify (lanciato nell’ottobre del 2008) con 60 milioni di abbonati contro i 30 milioni da poco annunciati da Apple ma il manager di Cupertino dice che l’obiettivo della Mela è supearare i 100 milioni.
Parlando della concorrenza di servizi gratuiti come YouTube e Spotify, Cue spiega «Ognuno deve essere correttamente compensato per il suo lavoro. Offriamo strumenti e opportunità per avere il controllo della distribuzione, poi, se vogliono, i musicisti possono anche decidere di regalare le loro canzoni. Il nostro compito è far sì che la struttura sia il più efficiente possibile».
Beats, la stazione radio live di Apple interamente dedicata alla musica e alla cultura musicale, è presentata da Cue come un elemento fondamentale per dare un tocco umano alle playlist «Un algoritmo da solo non basta, per compilarle ci affidiamo a esperti e appassionati»: Trent Reznor, il frontman dei Nine Inch Nails, è uno dei dei personaggi coinvolti nello sviluppo di Apple Music. Il ruolo di direttore artistico sui generis è descritto da Cue come fondamentale «Ci permette di avere il punto di vista di un artista: una prospettiva che abbiamo solo noi in questo settore. Il suo lavoro consiste nel creare un prodotto migliore per lui e per i musicisti che usano Apple Music; è anche un grande appassionato di tecnologia e sa cosa si aspetta dalla nostra piattaforma chi ama la musica».
Parlando di qualità Cue, spiega «Tutti pensano che un buon suono dipenda dal bitrate, ossia dal modo in cui viene digitalizzato e trasmesso, ma noi abbiamo scoperto che su cento persone forse una si accorgerà della differenza. Così abbiamo scelto una strada più radicale: definire con produttori e studi di registrazione alcuni parametri che consentono di avere una migliore resa sonora a partire dal master, e la differenza è evidente».
Per quanto riguarda il concetto di possesso della musica, e i ritorno del vinile, Cue non è nostalgico: “Non per me. Non compro dischi in vinile da anni, mi piace avere la possibilità di ascoltare una canzone immediatamente, ad esempio quando ho sentito Vulcano di Francesca Michielin non capivo le parole, ma la musica funziona anche così, grazie alla melodia, al ritmo, all’energia che trasmette. La musica ha qualcosa di magico, e oggi basta un tocco perché la magia si compia: non è meglio così?».