Eddy Cue? Molti interessi, ma poco approfondimento. E qualche volta si stufa di quel che gli si dice e si addormenta mentre i suoi collaboratori parlano. È questo il ritratto del Senior Vice President Internet Software and Services di Apple che ne fa Aaron Tilley di The Information.
Il profilo di Cue è interessante e particolarmente rilevante da scorrere. Stiamo infatti parlando di uno dei dirigenti più importanti nelle strategie di Cupertino. A lui sono affidati i servizi, un settore che trimestre dopo trimestre continua a macinare utili record; nel corso dell’ultimo quarter la crescita è stata del 60%, portando il totale dei profitti a oltre 10 miliardi di dollari. Di qui la decisione da parte delle testata di intervistare una ventina di persone che hanno lavorato con chi gestisce questo elemento cruciale del modello di mercato di Apple e l’esito non è stato, come accennato, particolarmente lusinghiero.
Certo, Cue è un “leader intelligente ed empatico”, ma a quanto pare si assume “troppi impegni” e quando nasce un problema è “incapace di fare da mediatore nei conflitti”. Il manager spesso si trova di fronte a cose che deve gestire ma su cui non ha particolare interesse. È successo con Siri che era sotto il suo controllo ma che è passato a Craig Federighi e successivamente a John Giannandre). Dipendenti che hanno lavorato a stretto contatto con il manager, riferiscono che durante due incontri con presentazione di dati tecnici relativi alle performance di Siri, Cue ha reclinato la testa all’indietro e chiuso gli occhi come se dormisse.
Cue avrebbe il difetto di perdere facilmente la concentrazione e di annoiarsi quando qualcosa non lo appassiona. In diverse occasioni avrebbe davvero dormito mentre i suoi collaboratori gli parlavano; qualcuno giura anche di averlo sentito addirittura russare nel corso delle riunioni.
Dopo la morte di Jobs nel 2011 Cue ha avuto il merito di spostare l’attenzione di Apple nel settore della musica in streaming, elemento che ha portato all’acquisizione di Beats nel 2014. Secondo un ex dipendente di Beats, dopo l’acquisizione divenne chiaro che all’epoca Apple non aveva risorse a sufficienza per gestire la nuova attività. Le due aziende, inoltre, si erano più volte scontrate sulla modalità di transizione da Beats Music ad Apple Music arrivando quasi allo scontro fisico su aspetti di design, funzionalità e aspetti estetici. “Si odiavano a vicenda”. Nel mezzo di tutta questa discussione, lo stile della leadership di Cue è stato messo in discussione e a quanto pare “raramente” è stato visto dai team che hanno curato il progetto. “Uno dei rovesci della medaglia di lavorare con Eddy come manager è la poca probabilità che si metta a mediare tra fazioni in guerra” ha riferito un ex luogotenente. “Se vi erano conflitti o tensioni fra i gruppi, Eddy non era coinvolto”.
L’analista James McQuivey, riferisce Macrumors, evidenzia che le attività legate ai servizi potevano essere la più grande opportunità di Apple, una possibilità che è stata sprecata negli ultimi dieci anni. Tra i problemi evidenziati, la necessità per l’azienda di riaccaparrarsi di un mercato che concorrenti come Netflix, Amazon e Spotify ormai dominano nei settori dello streaming e della musica, per non parlare dell’ormai volatilizzato mercato degli eBook, della continua lotta per Mappe e Siri, elementi per i quali Cue ora non è ad ogni modo direttamente responsabile.
A lungo termine, The Information riferisce che la più grande prova di sempre per Cue sarà il servizio in streaming che la Casa di Cupertino ha in serbo. Cue avrebbe discusso la possibilità di offrire l’app TV di Apple anche su dispositivi diversi da quelli della Mela, incluse smart TV e dispositivi Android nel tentativo di garantire la visione sul più grande numero possibile di dispositivi. L’articolo di The Information è a questo indirizzo.