iPhone è diverso da qualsiasi altro terminale, spinge l’utente a sperimentare tutte le funzioni integrate e le infinite installabili a piacere. Ma per scoprire qual è la vera differenza tra iPhone e gli “avanzati” smartphone del Giappone il sito Tech-on ha intervistato uno storico addetto ai lavori. Si tratta di Tsuyoshi Natsuno che ha lavorato per NTT DoCoMo ed è da sempre un esperto di i-mode.
Innanzitutto Natsuno possiede e utilizza un iPhone 3G e le sue prime considerazioni sono appunto quello di un addetto ai lavori. Secondo l’intervistato il fascino di iPhone scaturisce dalla solida fede del project leader Steve Jobs: come per diversi altri prodotti di successo alle spalle troviamo leader influenti che credono molto nei nei loro prodotti. A dimostrazione del suo pensiero cita gli esempi di Ken Kuratagi per la Sony Playstation e la PS2 e poi anche Satoshi Iwata dietro al Nintendo Wii e Nintendo DS. Secondo Natsuno è la visione positiva del leader che permette ai dipendenti di formare una sola unità e lavorare insieme per realizzare la visione.
Per quanto riguarda invece il mercato giapponese della telefonia mobile, Natsuno sostiene che i costruttori hanno una propensione negativa circa le nuove idee e anche se qualcuno ha le potenzialità non è incaricato in una posizione di responsabilità . In questo conteso tutto è deciso collegialmente e vengono realizzati terminali standard e noiosi. In ogni caso la colpa dell’assenza di innovazione non è imputabile solo ai costruttori. In Giappone i terminali sono spesso sviluppati su specifiche fornite dagli operatori mobili e i costruttori fungono solamente da unità di produzione a contratto. In questa ottica è ovvio che i costruttori non siano interessati ad innovare.
Tutto questo scenario sta per cambiare grazie ad iPhone: fino a oggi terminali, reti e contenuti erano forniti tutti dall’operatore stesso che era al centro del modello di business. Ora Apple con iPhone e App Store ha rivoluzionato tutto e l’operatore SoftBank, che in Giappone commercializza iPhone, offre solo la rete e e lo commercializza come un agente. In pratica iPhone ha dimostrato che i costruttori possono prendere l’iniziativa, anche nel settore mobile: con il suo solo apparire iPhone ha rimosso gli ostacoli all’innovazione esistenti in Giappone. Natsuno crede che nel paese esistano le competenze per sviluppare terminali in grado di competere con iPhone e, allo stesso tempo, non prevede vita facile e lunga per i costruttori che si limiteranno a realizzare i terminali richiesti dagli operatori mobili.
Gran parte delle considerazioni di Natsuno risultano valide non solo per il Giappone ma per il mercato della telefonia mobile globale in cui il ruolo centrale dell’operatore si è rafforzato negli anni e che solo Apple con iPhone è riuscita a scalfire. Il beneficio per gli utenti è innegabile: lasciando più iniziativa e interesse ai costruttori nel realizzare soluzioni originali e innovative la battaglia per gli abbonamenti non si giocherà più solamente su tariffe e prezzi per i collegamenti dati ma anche sull’offerta di terminali diversi tra loro e in grado di affascinare gli utenti. Il settore degli smartphone è tra quelli più promettenti ma non sarà facile concorrere con iPhone: il primo a testare in terreno sarà Android di Google.