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Ecco G1 Android, il fratello “open” e bruttino di iPhone

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I colleghi della stampa americana che telefonano, mandano sms ed email da New York sono su di giri: si sta svelando il Gphone. Sta arrivando l’iPhone-killer. E lo porterà  T-Mobile a ottobre, a 179 dollari per un contratto fisso da due anni, con cifre mensili nell’ordine dei 25 dollari al mese (per “un po’ di internet e messaggi”) e 35 dollari per la versione no-limits.

L’apparecchio arriverà  anche in Gran Bretagna a novembre-dicembre e a seguire nel 2009 per il resto d’Europa (e forse del mondo). Lo produce, in questo particolare caso, Htc, si chiama ufficialmente Dream e i colleghi non stanno più nella pelle. Per una volta noi che siamo asserragliati nella Silicon Valley siamo “fuori gioco”: la palla adesso transita dalle parti di New York.

Però cos’è che sta uscendo fuori dal cilindro di Brin e Page? Cosa hanno deciso di regalarsi i due fondatori per festeggiare i 10 anni di Google, la società -monstre della New Economy 2.0? Com’è questo benedetto telefonino che dovrebbe far piazza pulita di tutto?

Le limitazioni non sono nell’hardware. Chi lo vede così, dimostra di non aver capito cos’ha di fronte (come è probabilmente per i manager di T-Mobile, che scommettono in questo momento sull’apparecchio francamente di transizione). Schermo touch, tastiera completa sotto il display che flotta, tasti telefonici in abbondanza anche fuori da questo, dimensioni dell’area visibile di 3 pollici con risoluzione 480×320. Si può parlare per 5 ore, stare in stand-by per 130, fotocamera da 3,1 Megapixel, ibrido Gsm e Umts (Hsdpa) doppio quad-band.

Spazio per Micro Sd da 1 Gb preinstallata e supporto fino a 8 Gb, Gps di serie, Amazon Mp3 Store precaricato, tutte le apps di Google a un tiro di polpastrello, alcuni programmini interessanti per il mercato americano (ShopSavy, per comparare gli acquisti online, Ecorio per misurare la propria carbon footprint quotidiana, BreadCumbz per fare mappe passo a passo con le foto da condividere con il resto del mondo).

t-mobile g1 profilo

Com’è questo Gphone? Anzi, il G1, come lo chiamano più correttamente quelli che hanno capito che in questo caso – così come fu per Windows – a contare non è l’hardware ma il sistema operativo? Perché l’hardware, diciamocelo, è limitato tecnologicamente e bruttino. Il sistema operativo? Pure peggio, se possibile…

Tra le note positive: la posta Gmail diventa push, ma solo sui terminali Android.
Il Gps fa anche da compasso digitale e acquista quelle caratteristiche che lo rendono potenzialmente adatto a fare da navigatore.

Tra le novità : se si tiene per qualche secondo il dito premuto sullo schermo, viene fuori un menu contestuale (come quando si preme con il tasto destro del computer) e si possono fare scelte aggiuntive che con iPhone ad esempio non esistono (ma Apple è stata fin dal principio sostenitrice dei mouse con un solo bottone: è Microsoft che ha raccolto questa idea di Engelbart).

Le scopiazzature? Dalla filosofia dell’interfaccia, simile ma con meno eleganza, si arriva all’App store, chiamato proprio così, con il nome generico usato da Apple anche perché gli altri chiamano di solito le applicazioni “programmi”, “software” e ci si poteva aspettare chessò, un “Soft Store” o un “Prog Store” e invece no: App Store e via pedalando.

Vedere chi manipola il telefono durante la presentazione di Brin e Page è un po’ come vedere una demo del prototipo di iPhone, quello che non è mai uscito dai laboratori interni di Apple e che neanche Steve Jobs ha visto (altrimenti avrebbe licenziato tutti). Alcune cose funzionano in maniera drammaticamente buona, altre funzionano in maniera…. bruttina! E soprattutto, mano a mano che si va avanti a vedere il G1 Htc Dream, si pensa a una cosa sola: quanto somiglia in peggio all’iPhone. Ma com’è possibile?

Certo, non si può giudicare una tecnologia e una piattaforma (comprensiva di servizi e modelli di business) basandosi solo sull’interfaccia. Quello che c’è sotto è una profonda differenza tecnologica: Bsd contro Linux, tecnologie di visualizzazione contro X-Windows. Gphone ammette il multitasking, cioè i processi continuano a “marciare” in sottofondo, mentre con il telefono si fa altro. iPhone no, perché consuma la batteria e poco controllo sui carichi rischia di mandare in palla le funzioni fondamentali come quella di telefonia.

Quindi, delle due l’una: c’è una profonda differenza di filosofia tecnologica, nonostante tutto, che forse potrebbe pagare in termini di usabilità  e alla fine anche di stabilità  del sistema. Chi la capitalizzerà  di più? Apple o Google? iPhone o Android?

Verrebbe quasi da dire: Mac OS o Windows? Perché poi, alla fine, a questo sembra essere tornati, con la differenza che uno dei termini dell’equazione è cambiato, ma ha lo stesso ruolo (compreso l’aiuto per sviluppare la piattaforma di iPhone come a suo tempo fece Microsoft per sviluppare gli applicativi di MacOs e poi fece tesoro dell’esperienza di sviluppatore privilegiato di Apple per lanciare il suo primo Windows). Vedremo se la storia si ripeterà .

Per conoscere le caratteristiche complete di G-1 vi rimandiamo a questa pagina del sito di T-Mobile.

Per vedere una differita della presentazione vi rimandiamo a questa pagina dello stesso sito.

t-mobile g1 primo cellulare Android

 

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