Cominciamo dicendo che il titolo potrebbe essere fuorviante, ma è una semplificazione. In realtà un dispositivo privo di porte utilizzabili per inserire un cavetto e caricarlo o trasferire dati fatto da Apple già c’è. Si chiama Apple Watch e sta funzionando molto bene. È possibile configurarlo, utilizzarlo e persino aggiornare il suo sistema operativo, watchOS, senza grandi problemi. La ricarica avviene per induzione con un cavetto che ha, in testa, una calamita (per tenere centrato il dispositivo) e una tecnologia di tipo MagSafe.
In prospettiva, quando Apple ha iniziato a lavorare sulle tecnologie di ricarica, questo era il dispositivo che sarebbe dovuto entrare nel cerchio dei dispositivi Apple capaci di essere caricati senza doverli fisicamente connettere con un cavetto da inserire nell’apparecchio stesso. La comodità sta nel fatto che in questo modo può essere disegnato un oggetto con una forma e soprattutto una resistenza ambientale (liquidi, polvere) molto elevata.
E a dirla proprio tutta, ci sono anche altri accessori di Apple che non hanno prese (o potrebbero non averle) e vengono utilizzati con una forma di ricarica o addirittura di alimentazione per induzione: ci riferiamo qui alle tastiere di iPad Pro e iPad Air e adesso iPad decima generazione (il mini sino alla sesta generazione non ha una tastiera dedicata). E poi ovviamente alla seconda generazione di Apple Pencil, compatibile con alcuni degli iPad sopra indicati e certamente caposaldo nel design di come Apple può progettare oggetto completamente “chiusi”. Ma sono tutti oggetti collegati per natura a un altro apparecchio.
Qual è il prossimo oggetto, dunque, che avrà una ricarica solo wireless? Il primo “importante”? Avete pensato all’iPhone? Ecco, pensateci meglio. Forse parliamo di altro.
L’importanza delle AirPods
Quando si parla di ricarica solo wireless uno degli oggetti che potrebbe fare da testa di ponte sono le cuffie senza fili di Apple: le AirPods, disponibili nella versione Pro 2 e “normale” di seconda e terza generazione (cambia la forma). Tutte hanno la medesima caratteristica, cioè una custodia con batteria incorporata che le ricarica durante i periodi di “riposo” allungandone in maniera significativa l’autonomia (i piccoli steli non potrebbero contenere abbastanza energia per renderle veramente funzionali) e che a sua volta viene ricaricata sia con il cavetto Lightning che per induzione con la tecnologia Qi che Apple supporta e per la quale vende un accessorio capace di caricare sia le cuffie che gli smartphone.
Ci sono alcune cose però che sono importanti e fanno capire che la prossima mossa di Apple potrebbe essere tagliare il cavetto alle cuffie prima che al resto dei suoi dispositivi.
Le ragioni per andare senza fili
La prima è che gli AirPods non hanno bisogno di alcun tipo di trasferimento dati via cavetto: gli aggiornamenti sono tutti del tipo OTA, Over the air, cioè wireless, come avviene tipicamente per i moderni dispositivi elettronici di tipo embedded che hanno un firmware più che un vero sistema operativo.
La seconda è che sono dispositivi a rischio di obsolescenza rapidissima, perché, come tutte le fonti e la stessa Apple afferma, a settembre vedremo arrivare un iPhone con porta Usb-C, peraltro come richiesto dalle normative europee. E invece anche le ultime AirPods 2 hanno la ricarica con cavetto Lightning.
Questo pone dei problemi in prospettiva: Apple ha già finito la transizione degli iPad alla tecnologia Usb-C, una volta che anche gli iPhone saranno Usb-C gli accessori finiranno automaticamente fuorigioco.
Il problema qui però è che Apple non dispone di una tecnologia di ricarica wireless multipla, con tappetini per i piccoli oggetti (AirPower è stata abbandonata, come sappiamo, perché giudicata inefficiente). La ricarica wireless richiede una standardizzazione tra i dispositivi Apple almeno per quelli che funzionano appoggiandosi superficialmente (orologi, cuffie e telefoni) rispetto a quelli che richiedono comunque uno spinotto magnetico (MacBook con MagSafe).
Dal punto di vista tecnologico è una specie di puzzle in cui tutti i pezzi devono andare al posto giusto, ma sappiamo anche che l’obiettivo non è quello di dare soddisfazione agli ingegneri quanto rendere l’esperienza d’uso degli utenti facile e intuitiva. La complessità viene nascosta e invece emerge la semplicità, cioè l’essenzialità: è nel Dna di Apple ed è alla radice anche delle ragioni sulle quali Steve Jobs ha lavorato dopo il suo ritorno ad Apple e sino alla sua morte.
Air Air Air
C’è un aneddoto di Steve Jobs che, a un giornalista che gli chiedeva cosa migliorerebbe nel suo PowerBook, Jobs rispose “Toglierei tutto tranne che lo schermo“. Via la tastiera, via le prese, via le porte. Una lastra di vetro e alluminio.
A parte le similitudini con iPad, in realtà il lavoro di Apple per togliere quel che non serva e dare il massimo di usabilità all’essenziale è stata la spinta di fondo e la filosofia declinata nei prodotti hardware, software e servizi dell’azienda. Non dimentichiamoci infatti che Apple con iTunes Store ha rivoluzionato il modo con il quale si vende la musica digitale e con App Store la vendita e il deployment del software, diventato app.
Tutto questo può essere fatto risalire a Steve Jobs e al suo approccio minimalista sia da un punto di vista estetico che funzionale. Un approccio che l’uomo ha traslato in prodotti iconici come l’iPhone (via la tastiera rispetto ai precedenti telefoni), il MacBook Air (il primo ultrabook, sottilissimo ma completo e con meno porte possibili), l’iPad (cosa si può aggiungere?).
MagSafe Qi2
Apple sta lavorando con il Wireless Power Consortium, del quale è uno dei capisaldi, per realizzare lo standard Qi2, la seconda generazione basata ancora di più su MagSafe, che ha visto la luce nel 2008. Questa nuova generazione ha caratteristiche innovative a partire dalla possibilità di caricare più dispositivi con dimensioni e vocazioni diverse.
Andrà in commercio alla fine dell’anno, l’annuncio è stato dato brevemente durante l’ultima edizione del CES che si è appena chiusa. Il cuore di Qi2 è un nuovo profilo di alimentazione magnetico fornito proprio da Apple e basato sulla sua tecnologia MagSafe. Questo attacco magnetico aiuta ad allineare le bobine di ricarica per una migliore efficienza e una minore perdita di potenza, consentendo così di raggiungere velocità di ricarica più elevate. Non sappiamo ancora quale sarà la velocità di ricarica massima per Qi2 (Qi arriva a 15 Watt ma Apple lo limita a 7,5 Watt sui suoi dispositivi), né se Apple supporterà velocità di ricarica superiori a 15W con gli iPhone attuali o futuri.
L’allineamento magnetico presenta altri vantaggi. Come afferma il WPC, “poiché non richiede una connessione da superficie piana a superficie piana, la funzione di blocco magnetico supporta nuovi fattori di forma dei prodotti, come gli occhiali AR/VR. Inoltre, supporterà nuovi tipi di accessori che si attaccano magneticamente al retro del telefono, come una batteria supplementare”. Oppure, le cuffie wireless con una custodia di piccole dimensioni che ha una superficie piana relativamente limitata e che in una futura incarnazione potrebbe essere completamente diversa.
L’ipotesi più interessante, mettendo dentro anche gli occhiali AR/VR che, secondo le indiscrezioni, dovrebbero aver bisogno di una ricarica costante o una batteria esterna, sarebbe quella di un MagSafe con Qi2 di forma diversa da quella di un disco piatto, che permetta di attaccare e caricare oggetti diversi, dagli occhiali agli orologi passando per telefoni e cuffie. E di cui la prima categoria che potrebbe vedere la luce dovrebbero essere proprio gli AirPods. Perché no?
Qui potete trovare gli articoli su MagSafe, qui quelli su AirPods e qui quelli sulla realtà aumentata e realtà virtuale.