Per proteggere l’accesso a qualunque smartphone è fondamentale sfruttare un codice di blocco. Tipicamente si usa un PIN numerico della lunghezza minima di quattro cifre, ma è sicuramente meglio specificare un codice alfanumerico più lungo. I codici più lunghi e complessi sono più difficili da indovinare o da attaccare e sono ovviamente quelli consigliati ma le password alfanumeriche lunghe sono sicure ma noiose da inserire.
Sui telefoni Android, oltre a PIN e password, è possibile impostare gesture di sblocco con i segni. Il segno permette di accedere al dispositivo tracciando un simbolo nell’apposita griglia dello schermo. Questa griglia è costituita da uno schema quadrato di puntini, nel quale, grazie al touchscreen, è possibile disegnare un simbolo che congiunga i punti (è possibile toccare ciascun punto solo una volta).
Il metodo dei segni è divertente da usare ma è facilmente riconoscibile: bisogna fare attenzione a non essere osservati quando si utilizza lo smartphone in pubblico.
A meno di non impostare un metodo di sblocco con i segni, tracciando un disegno complesso come quello visibile nel filmato che alleghiamo in questo articolo.
yo wtf 😩 pic.twitter.com/5ILfkFuuoL
— HIGHEST IN THE ROOM (@CruelOGK) January 24, 2020
Alternative più semplici allo sblocco con segni sono ovviamente i metodi di blocco/sblocco biometrici che utilizzano la lettura dei tratti fisici caratteristici e distintivi come l’iride, l’impronta digitale o il riconoscimento del volto, per garantire un livello di sicurezza decisamente superiore ma anche una esperienza utente molto più pratica e intuitiva.
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