Macitynet.it ha partecipato alla beta della quinta versione di iA Writer, l’app nippo-svizzera che ha ridefinito la scrittura less-is-more degli Information Architects. Abbiamo potuto così vedere dal di dentro crescere la nuova versione per macOS della nostra app preferita per la scrittura, che non solo rimane fedele al modello Pay-once (anziché all’abbonamento, come ad esempio il competitor Ulysses) ma aggiorna a una major release gratuitamente per gli utenti che posseggono la versione precedente (ma attenzione: presto l’app diventerà esclusivamente a pagamento, quindi meglio aggiornare subito se già la si possiede).
Cosa cambia. Le rifiniture sono molte e alcune sostanziali. Stabilità e performance sono la base, ma le innovazioni sono molto più interessanti per questo classico che ha saputo crescere e diventare una app matura e strategica, disponibile su macOS ma anche su iOS, Android e, dopo una fortunata campagna su Kickstarter, anche su Windows.
Tra le novità: localizzazione in italiano e varie altre lingue (spagnolo, tedesco, giapponese, finlandese, polacco e cinese), soprattutto una nuova library che permette di meglio gestire il lavoro (due parole: favoriti e smart folders. Ok, sono tre ma ci siamo capiti). Adesso lo spazio di lavoro della app è diviso chiaramente nelle sue principali opzioni. Si può usare una singola finestra con schede oppure più finestre di scrittura diverse. A sinistra, la library che permette di agganciare le cartelle locali che si vogliono, oppure Dropbox e iCloud (entrambi sincronizzano la versione iOS della app, ottima anche su iPad oltre che su iOS), a destra l’anteprima con la renderizzazione del testo markdown una serie di stili CSS che possono essere customizzati aggiungendone di nuovi e di fatti in casa.
L’app rimuove perfettamente tutte le complicazioni inutili, anche la barra del titolo e la barra delle informazioni in basso scompaiono, si può scegliere tra due font alternativi (Monospaced o la versione ottimizzata da iA di Duospaced), tre dimensioni del testo (piccole, medio, grande), focus su paragrafo o su frase o tipo macchina per scrivere, limite lunghezze righe (64, 72 e 80 caratteri), possibilità di salvare il testo con estensione a piacere (.txt, .md o altre o anche nessuna), varie aggiunte ed espansioni al markdown che per iA Writer supporta non solo una sintassi estesa ma anche la possibilità di avere link interni ad altre parti del documenti, ad altri documenti (transclusione), a immagini, e generare manifesti e indici di parti di lavori più complessi organizzati su più documenti txt.
iA Writer da questo punto di vista è veramente una app che è cresciuta moltissimo e che permette di lavorare sia come un coltellino svizzero su una singola pagina di testo per appunti veloci che su una piccola galassia o sistema di documenti organizzati e collegati tra loro.
Il tema bianco e quello nero permettono di adattare lo stile di lavoro al proprio stile personale o alla luminosità dell’ambiente. La parte di publishing, che chi scrive non ha in realtà utilizzato, permette di pubblicare su WordPress e su Medium i testi sotto forma di draft con annesse tag, per poter finalizzare e pubblicare (con tutte le ottimizzazioni Seo che piagano la vita di chi scrive in questo tipo di ambienti) il testo direttamente nell’interfaccia.
La nuova Library è molto più robusta e solida della versione precedente e permette di lavorare avendo accesso a tutti i documenti con una funzione di search interno estremamente veloce. iA Writer ha scelto come filosofia di rendersi indipendente dal Finder, e questo si rispecchia nel fatto di voler mantenere allineate le funzionalità con la versione iOS; app quella per iOS che appunto si basa su una sua Library, oltretutto estremamente potente perché iA Writer per iOS è una delle poche app che seguono le linee guida di Apple e possono lavorare scrivendo dentro documenti di testo contenuti nella sandbox di altre app che li espongono.
Alla base, una barra di informazioni e comandi: contiene informazioni sul testo (caratteri, parole, frasi, tempo di lettura, attività). In alto la seconda serie di comandi: un menu intelligente permette di attivare il focus (e sceglierne il tipo) e di evidenziare parti del discorso (sostantivi, aggettivi, verbi, avverbi, congiunzioni) per trovare ripetizioni e frasi che funzionano male.
L’interfaccia è comunque così semplice e ben studiata, potremmo quasi dire “distillata”, che veramente non servono manuali per imparare a usare iA Writer. Bisogna avere famigliarità con il markdown, che peraltro l’app renderizza a schermo ma senza cancellare i comandi (asterischi, cancelletti e trattini) per la strutturazione del testo. Questo è un vantaggio perché consente di lavorare con un minimo di stilizzazione ma senza però perdere di vista come funziona la struttura del testo, come accade invece in altri editor ad esempio stile Bear.
Interessante come sempre la triplice possibilità di copia del testo: copia del testo semplice, copia del testo formattato (cioè rich text) e copia del testo convertito in html per aggiungerlo ad esempio a un blog o a una pagina web, cosa che poi era lo scopo originario per la creazione del markdown. Si può anche esportare il testo in txt, Pdf, Html, Microsoft Word e modalità Archivio progetto, che contiene anche altri documenti inclusi ed eventuali immagini.
Gli usi delle app di Information Architects sono molteplici, ma le tipologie più interessanti che possiamo immaginare per questa versione macOS di iA Writer sono sostanzialmente due: utenti avanzati che lavorano solo ed esclusivamente in testo semplice com markdown ma scrivono prosa e non codice da un lato, e dall’altro utenti che invece utilizzano iA Writer soprattutto in mobilità su iPhone/iPad/Android per l’estrema leggerezza e potenza d’uso del testo semplice editabile in maniera intelligente e che si vogliono appoggiare allo stesso strumento anche su Mac (ed è per questa esigenza di simmetria del mercato che Information Architects hanno realizzato la versione Windows).
Al termine della fase di beta testing già da tempo l’app era tornata ad essere il nostro strumento di lavoro quotidiano. Facilità, potenza e stabilità la rendono molto interessante e anche l’utilizzo di memoria/Cpu (informazioni sempre rilevanti per chi lavora con un meno potente MacBook 12 pollici) è veramente minimalista.
La versione definitiva del software è su questa pagina di Mac App Store.