Per la prima volta iPhone 8 includerà sensori in grado di rilevare la profondità degli oggetti, una sorta di scanner 3D che sembra sarà impiegato per il riconoscimento del volto e anche per applicazioni di realtà aumentata. L’anticipazione non è una semplice indiscrezione online ma arriva anche dagli analisti più accreditati e attendibili per quanto riguarda le previsioni Apple, tra cui Ming-Chi Kuo di KGI Securities e anche J.P. Morgan. Ora sempre gli analisti, questa volta di Barclays, spiegano come questa tecnologia funzionerà sul prossimo iPhone in arrivo a settembre.
Anche in questo caso non si tratta di indiscrezioni ma di ipotesi concrete formulate a partire dalle tecnologie e dai componenti esistenti, riportate da Business Insider. Le soluzioni possibili sono due indicate brevemente con i nomi Time of Flight e Structured Light, letteralmente traducibili come tempo di volo e luce strutturata. La prima è la soluzione più semplice per rilevare profondità e oggetti 3D: con Time of Light (ToF) un trasmettitore rilascia un segnale, per esempio infrarossi, e rimane in attesa del segnale di ritorno che rimbalza dagli oggetti (o dal viso) posti di fronte allo smartphone. In base al tempo impiegato dal segnale di ritorno sensore e algoritmi permettono di creare una immagine 3D dell’oggetto.
Invece la seconda soluzione Structured Light risulta più sofisticata: qui i trasmettitori creano un modello noto, una sorta di griglia proiettata di fronte allo smartphone che viene modificata in base agli oggetti o al viso. Rilevando poi la deformazione della griglia sensori e algoritmi riescono a calcolare la forma dell’oggetto. Secondo il report di Barclays Cupertino potrebbe impiegare una delle due tecniche appena riassunte o più probabilmente implementare una soluzione proprietaria ottenuta combinando le due soluzioni.
Le anticipazioni delle funzionalità di scanner 3D attese in iPhone 8 sembrano entusiasmare non solo gli appassionati ma anche diversi analisti convinti che nuove funzioni uniche in iPhone permetteranno di distinguersi dalla concorrenza incrementando le vendite. Non mancano però pareri contrari o per lo meno decisamente più scettici, come per esempio quello di Morgan Stanley. In un report si mette in dubbio l’interesse dei consumatori per questo tipo di funzioni e anche la stessa fattibilità di scanner 3D negli smartphone che, secondo gli addetti ai lavori, richiede elevata potenza di calcolo, elevati consumi di energia infine anche di una notevole produzione di calore. Tutto questo senza contare che il primo esperimento riuscito di applicazione in realtà aumentata, il celebre Pokemon Go, ha sì scatenato milioni di giocatori nel mondo ma con un effetto rapido che si è tradotto in una consistente riduzione di utenti nel giro di pochi mesi.