Un libro è un libro, non importa se è su carta o se è digitale: è lo stesso prodotto e quindi si pagherà la stessa IVA. Lo ha deciso la Commissione Europea: la regola che già da quasi due anni si applica in Italia ora si potrà applicare anche in tutti i paesi europei. I Paesi UE saranno liberi ora di tagliare l’IVA sui libri seguendo le orme italiane.
L’Europa segue dunque la direzione presa dall’Italia, che dal 1 gennaio 2015 ha scelto di applicare l’Iva al 4 per cento e non più al 22 per cento per i libri digitali come per i libri di carta.
“Una grande vittoria per l’Italia e per i lettori di tutta Europa – ha dichiarato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Federico Motta dopo l’annuncio della proposta della Commissione Europea di lasciar liberi i Paesi Ue di tagliare l’Iva per gli ebook e le pubblicazioni digitali -. È una decisione che aspettiamo da tempo. Siamo stati i primi a chiedere che l’Iva per libri cartacei e digitali fosse equiparata. Abbiamo lanciato #unlibroèunlibro, campagna di grande successo, che è stata condivisa dal Ministro Franceschini che l’ha portata avanti con coraggio e convinzione come posizione italiana quando in Europa era minoritaria. Adesso tutti i lettori europei potranno avere gli stessi diritti”.
La campagna #unlibroèunlibro è stata replicata da iniziative analoghe delle associazioni degli editori francesi (Syndicat national de l’édition, con la campagna #thatisnotabook) e svedesi ed è stata sostenuta dalla Federazione degli Editori Europei (FEP).
Si tratta, insomma, “della conferma di una tendenza non più reversibile ed è bene che anche la Commissione Europea ne abbia preso atto” ha concluso Motta, “auspichiamo ora un iter spedito perché la proposta diventi operativa”.
La scelta italiana di tagliare l’IVA sui libri è arrivata a dicembre 2014: con la Legge di Stabilità era passato anche l’emendamento riguardo l’IVA sugli ebook, che il Governo ha voluto portare al 4 per cento, equiparando lo statuto fiscale dei libri elettronici a quello dei libri cartacei. L’approvazione dell’emendamento era stata annunciata dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini con un tweet, in cui aveva definito la decisione “una scelta giusta e coraggiosa di Governo e Parlamento”. Una scelta controcorrente che Franceschini aveva proposto sfidando l’Europa che imponeva l’applicazione dell’Iva al 22 per cento equiparando gli eBook ai videogiochi e segnando una differenza netta rispetto ai libri.