Per qualcuno potrebbe sembrare una banalità, ma su eBay l’utilizzo di alcune parole piuttosto che altre per descrivere l’oggetto in vendita può portare ad un ricavo maggiore alla conclusione dell’asta. Secondo uno studio realizzato da due ricercatori britannici – che hanno analizzato 15 miliardi di parole in circa 68 mila inserzioni su eBay – l’efficacia di alcuni termini rispetto ad altri è dimostrata nei prezzi medi di vendita.
Per esempio, gli orologi “da uomo” sono venduti per una media di 30 sterline circa, ma quelli commercializzati per “signori” raggiungono una media di vendita di 70 sterline, più del doppio; le inserzioni per DVD che fanno riferimento alle “stagioni” hanno ricavato una media di 28.43 sterline, mentre chi vende non stagioni ma “serie” ha ottenuto solo 10.49 sterline di media, meno della metà.
Anche la punteggiatura e la correttezza hanno il loro peso: le inserzioni di auto che utilizzavano correttamente la scrittura inglese “I’ve” (“ho”) hanno guadagnato una media di 775,95 sterline, rispetto alle 595 sterline per chi ha preferito non sforzarsi di aggiungere l’apostrofo scrivendo “Ive”; inoltre le inserzioni che hanno usato il nome completo “Mercedes-Benz” hanno ottenuto una media di vendita di 4.251 sterline, rispetto alle 3.450 sterline per chi ha usato il più informale “Mercedes”.
Presenti anche i dati riguardo ai termini chiave che spingono il prezzo verso l’alto o verso il basso, dove sono presenti diverse parole legate all’universo di Cupertino, ma in questo caso le conclusioni potevano esere abbastanza prevedibili: termini come “Apple”, “Retina” o “Applecare” tendono a concludere le aste in cui sono usati con prezzi più elevati rispetto a termini come “XP”, “Google” o “Android”, ma questa conclusione non stupisce, considerando che i dispositivi della Mela hanno generalmente un costo di mercato molto più alto rispetto alla concorrenza.
E’ però curioso che nella categoria cellulari appaia il termine “italiano” fra le parole chiave che trascinano il prezzo verso il basso. A quanto pare gli utenti britannici di eBay si fidano poco dei cellulari italiani.