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Quando lasciare Mac App Store è un successo: il caso di Dash e Piezo

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App Store e Mac App Store sono considerate piattaforme particolarmente redditizie per gli sviluppatori, oltre che vetrine davvero importanti per tutti gli applicativi pubblicati. In passato, però, non sono mancati contrasti tra Cupertino e i developer, che in alcuni casi si sono visti privare del proprio account e della possibilità di vendere le app tramite i canali ufficiali. Ma cosa succederebbe se gli sviluppatori decidessero di scaricare la piattaforma Apple per mettersi in proprio? Alla domanda risponde Techcrunch, che ha avuto modo di parlare con alcuni sviluppatori esclusi da Mac App Store, che hanno iniziato a vendere l’app tramite altri canali.

Uno dei casi esemplari è la vicenda di Bogdan Popescu, sviluppatore dell’app Dash, esclusa dalle pagine di App Store per presunti utilizzi fraudolenti. A conti fatti si scopre oggi che nei primi 100 giorni da quando l’app è stata esclusa da App Store, Dash ha mantenuto, anzi incrementato il fatturato, che ha compreso che ai suoi utenti non importava quale piattaforma stessero usando. In sostanza, Popescu ha fatto un affare, avendo oggi il pieno controllo sulla propria app, evitando di sottostare alle direttive App Store riguardanti le installazioni, aggiornamenti e gli acquisti e non essendo costretto a versare una percentuale ad Apple.

Altra importante testimonianza in tal senso è quella di Paolo Kafasis, fondatore di Rogue Amoeba, sviluppatore di Piezo, app Mac per la registrazione audio. Anche quest’ultimo, dopo essersi allontanato da Mac App Store temeva di perdere almeno il 50% dei download. Ed invece, dopo aver rimosso l’app da Mac App Store, tutti i download tramite store digitali Apple si sono trasformati in download diretti tramite il suo sito web ufficiale. Insomma, non c’è stato alcun calo nelle vendite.

App Store

Lo stesso sviluppatore dichiara, quindi, che quasi tutti coloro che hanno acquistato Piezo tramite il Mac App Store, hanno successivamente scelto di acquistare direttamente dal sito ufficiale. Kafasis ammette che certamente non tutti gli sviluppatori avrebbero lo stesso successo se rimuovessero l’app da Mac App Store, ma è certo che la vendita diretta aiuta gli sviluppatori a concentrarsi sul prodotto e non sul canale di vendita. App Store, e Mac App Store, dunque, sembrano ottimi canali, ma averne altri, in via esclusiva o concorrente, potrebbe essere comunque un’ottima alternativa.

La lezione che si apprende è che se è vero che App Store, Mac App Store, ma anche altre grandi vetrine importanti, come può essere Amazon, risultano cataloghi particolarmente convenienti, in grado di portare un’app o un prodotto alla vista di molte persone, possono essere anche armi a doppio taglio. Sono store per i “pigri digitali”, che non hanno voglia di effettuare qualche click in più per trovare il prodotto altrove, nei rispettivi siti ufficiali. Se si tratta di strade che quasi obbligatoriamente, almeno all’inizio, uno sviluppatore deve percorrere, potrebbero essere abbandonate, ammesso, ovviamente, che fosse possibile farlo. Per App Store, al contrario di Mac App Store, non è possibile senza obbligare chi volesse installare un’app a ricorrere al jailbreak.

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