«La vita è come un giardino. I momenti perfetti si possono avere ma non mantenere, se non nella memoria». Asciutto e analitico, solo un po’ venato di emozione, perché, in fondo, per metà era pur sempre umano. Sono le ultime parole affidate a Twetter da Leonard Nimoy, il signor Spock di Star Trek, scomparso oggi all’età di 83 anni a Los Angeles.
Nimoy è stato tante cose: musicista, poeta, saggista, regista, sceneggiatore, ma è stato soprattutto – come accade in rarissimi casi nella storia del cinema e della Tv – il volto di un personaggio che ha segnato profondamente la storia della fantascienza mondiale, tanto da diventare un’icona che si è impressa profondamente nell’immaginario di massa. Il volto di un mezzo alieno dalle orecchie a punta e dal sangue verde, un vulcaniano di ghiaccio che in 50 anni di storia di Star Trek ha guardato il genere umano con freddo e un po’ rimproverante distacco, ma che ha saputo anche mettere in luce la forza e le potenzialità che l’uomo porta dentro di sé. Tanto da far suonare il suo famoso saluto “Lunga vita e prosperità” non solo un formale augurio, ma una prospettiva concreta per il futuro della nostra specie.
Nato da immigrati ucraini di origine ebraica a Boston nel 1931, dopo aver recitato in diversi spettacoli televisivi, incontrò il personaggio che avrebbe reso famoso e lo avrebbe fatto diventare un vero e proprio mito del Sci-Fi nel 1966. La Serie Classica di Star Trek venne chiusa nel 1969, ma da allora il franchise creato da Gene Roddenberry divenne una delle colonne portanti della fantascienza main stream, secondo forse solo a Star Wars.
Nimoy tornò a vestire i panni del vulcaniano sul grande schermo dieci anni dopo con Star Trek, il film, seguito da altri cinque titoli: L’ira di Khan, Alla ricerca di Spock, Rotta verso la Terra, L’ultima frontiera e Rotta verso l’ignoto, tutti sempre facenti parte della Serie Classica, con William Shatner nei panni del capitano dell’Enterprise (e migliore amico di Spock) James Tiberius Kirk (in vendita su iTunes a 9,99).
Torna poi in una piccola parte in “Star Trek” e in un cameo in Into Darkness di J.J. Abrams (9,99 euro su iTunes) che danno nuova linfa vitale alla serie (oltre che macinare centinaia di milioni di incassi) introducendo una nuova linea temporale. Anche in questo caso interpreta sempre il sinor Spock, che incontra il suo alter ego giovane interpretato da Zackary Quinto. Che a questo punto ha ricevuto definitivamente il pesante testimone. Perché il vulcaniano non morirà mai. Lunga vita e prosperità, Spock.