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È la fine dell’era di Jonathan Ive

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Promoveatur ut amoveatur, letteralmente sia promosso affinché sia rimosso. Il detto latino calza a pennello come sintesi di un articolo di Businessweek che ruota intorno alla notizia della promozione di Jonathan Ive, un passaggio che apparentemente sarebbe un conferimento di nuove e più importanti responsabilità, liberando il grande designer inglese da compiti quotidiani, ma che nei fatti, considera il sito finanziario, altro non sarebbe che la fine di un’era durata quasi 20 anni, quella in cui Ive da oscuro dipendente del reparto stile di Cupertino, è diventato l’anima dell’azienda di maggior successo al mondo.

I più attenti osservatori delle cose della Mela sottolineano diversi dettagli che non convincono di questa promozione a sorpresa di Jony Ive, a partire dalla modalità in cui è stata comunicata al mondo e dalle tempistiche scelte da Cupertino. Il giorno dell’annuncio infatti corrisponde con la festività statunitense del Memorial Day, ma era anche un giorno di festa in Regno Unito (bank holiday). I più maliziosi ritengono che non si tratta di un caso: i dirigenti Apple avrebbero scelto proprio questa doppia combinazione di festività per evitare qualsiasi rischio di oscillazioni e ribassi sulle quotazioni del titolo AAPL sui mercati azionari, chiusi per festività sia in USA che in UK.

Non solo le tempistiche risultano anomale o sospette ma anche la modalità dell’annuncio: invece di diramare un comunicato ufficiale Apple ha rivelato al mondo la promozione e il nuovo ruolo di Jonathan Ive all’interno di un articolo firmato da Stephen Fry pubblicato sul The Telegraph, per poi confermare promozione e nuovo ruolo in un secondo tempo. Scrittore, attore e anche giornalista il poliedrico Stephen Fry è un appassionato storico e dichiarato di Apple, una scelta perfetta per avere la certezza di ottenere un articolo positivo, anche nel caso in cui il cambio di ruolo di Ive nasconda in realtà piani diversi.
jonathan ive e steve jobsA queste interessanti osservazioni si aggiunge un importante aneddoto non molto noto: sembra infatti che Ive sia stato sul punto di lasciare Apple nel 2011, non a caso nell’anno dell’uscita di Jobs dalla direzione e poi della sua scomparsa, due eventi che senza dubbio hanno inciso profondamente sui sentimenti e sulle prospettive di Ive, legato a Jobs non solo da un rapporto di lavoro ma soprattutto da un profondo legame di amicizia. Con la scomparsa di Jobs, Apple ha dovuto affrontare il passaggio più critico degli ultimi anni: se l’intenzione di Ive di lasciare Cupertino per tornare in Regno Unito è arrivata in questo frangente delicato, non sorprende lo sforzo immediato delle dirigenza per evitare la doppia uscita di scena di quelli che erano considerati i due artefici principali del successo della Mela. Per convincere il designer a rimanere sembra sia stato erogato un consistente premio, sufficiente per posticipare i piani di uscita di Ive fino a questi giorni.

Ma una volta ridotti o azzerati gli incarichi quotidiani in Apple, quale potrebbe essere l’attività di Jony Ive? Gli osservatori statunitensi hanno una risposta anche per questo. Il più celebre designer britannico potrebbe finalmente dedicare più tempo alla famiglia e ai suoi due figli, tornare a vivere con loro in Regno Unito e nel frattempo continuare a collaborare con Foster + Partners, studio di architettura celebre nel mondo che ha realizzato diversi negozi Apple Store oltre che il progetto del nuovo Apple Campus 2, cantiere e opera immane che ora Ive nel suo nuovo ruolo di Chief Design Officer seguirà ancora più da vicino. Ma non solo: tornando in Regno Unito e a Londra, Jony Ive si troverebbe vicinissimo all’importante filiale Apple di Cork in Irlanda che ha già subito consistenti ampliamenti e altri ne subirà prossimamente, una sede distaccata ma centrale per il business e le operazioni Apple, ideale persino per sviluppare nuovi progetti inclusi quelli top secret: secondo alcuni è proprio qui che la Mela intende progettare e affinare Apple Car, pochi minuti di volo da Londra.

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