Un team di ricercatori cileni ha sviluppato E-Kaia, una tecnologia che promette di ricaricare le batterie degli oggetti elettronici usando le piante, grazie a un meccanismo in grado di sfruttare parte dell’energia solare catturata dal processo della fotosintesi clorofilliana. È possibile ricaricare piccoli oggetti come i telefoni cellulari o luci a LED sfruttando una singola pianta. L’Instituto Manquehue riporta che secondo il team la loro invenzione è in grado di generare output fino a 5 volt a 0.6 ampere; a titolo di confronto l’alimentatore USB Apple di serie con l’iPhone, fornisce 5 volt a 1 ampere.
Per catturare l’energia generata dalla pianta viene sfruttato un “biocircuito” ma i dettagli sono al momento scarsi. Il gruppo è restio a indicare altre informazioni giacché uno specifico brevetto è in attesa di approvazione. Evelyn Aravena, Carolina Guerrero e Camila Rupcic, i tre ideatori, sperano di commercializzare la tecnologia entro quest’anno avendo ricevuto finanziamenti da un ramo del governo cileno che si occupa dello sviluppo economico. Non è ad ogni modo la prima tecnologia di questo tipo, ma se questa sarà sostenuta, potrebbe essere una delle più efficienti sin qui viste. Una soluzione proposta dall’olandese Plant-e richiede 100 metri quadrati di piante per immagazzinare quantità di energia simili alla soluzione proposta dai cileni.
Tra le possibilità future di questi progetti, la creazione di parchi autosufficienti; altra possibilità è offrire un’enorme soluzione energetica ad aree con limitato accesso all’elettricità.