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DYS: Translations, così le applicazioni iPhone diventano poliglotte

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In passato chi ha usato i computer Apple ha spesso fatto i conti con un limitato numero di programmi in Italiano, questo a causa delle difficoltà  tecniche ma anche nel numero molto ridotto di professionisti che credevano nella piattaforma e nel fatto che una interfaccia amichevole significa anche un interfaccia che parla la nostra lingua. Molti non ci pensano, soprattutto chi è appena arrivato al mondo Apple, ma una delle cose che fa grande iPhone non è solo la grande disponibilità  di software, ma il fatto che questo approccio è cambiato e il numero di programmi, anche realizzati all’estero, disponibili in Italiano è enorme.

A dare un contributo sostanziale in questa piccola, ma grande, rivoluzione è è Danilo Yasuno. Sfruttando la sua conoscenza delle lingue (parla fluentemente Italiano, Inglese e Giapponese) e fondandosi sulla convinzione che gli sviluppatori avrebbero molte più possibilità  di far conoscere il loro lavoro se qualcuno offrisse la possibilità  di un servizio professionale di traduzione, Danilo ha dato vita a DYS: Transaltion, una realtà  tutta italiana creata che promette (e mantiene) di tradurre in modo veloce, professionale e a costi contenuti giochi e programmi per iPhone e touch, ma non solo.

DYS: Translations ha già  al suo attivo la traduzione di ben 150 applicazioni per iPhone e iPod touch, una piattaforma da cui si estende per arrivare a Palm, Nintendo DS, Playstation PSP e anche Android.

«Pensiamo – dice Danilo a Macity – che App Store abbia enormi potenzialità  per gli sviluppatori, perchè occupa un spazio globale su scala planetaria. Spesso gli sviluppatori non sono però in grado di sfruttarlo perchè creano i loro programmi in una sola (o poche) lingue e alcuni mercati non sono pronti ad affrontare applicazioni, ad esempio, in Inglese. Noi liberiamo “la potenza” di App Store e di iPhone offrendo a tutti la possibilità  di avere una interfaccia localizzata nelle più disparate e conosciute lingue mondiali»

Potresti raccontare ai lettori di Macity come è nata e come è organizzata DYS: Translations?
DYS: Translations è nata per puro caso.
àˆ accaduto tutto molto in fretta: ad inizio 2008 ho cominciato ad interessarmi di iPhone/iPod touch, convinto che l’apertura del tanto atteso App Store sarebbe stata una buona occasione per molti sviluppatori indipendenti e persone in grado di sfruttare a pieno le potenzialità  di questo nuovo mercato virtuale. Conoscendo e parlando tre lingue ho pensato che offrire il mio aiuto agli sviluppatori e piccole compagnie non sarebbe stata una cattiva idea. La mia compagna, inoltre, è giapponese e anche lei ha le mie stesse conoscenze linguistiche, oltre ad essere laureata in lingue e business design.

A luglio tutto era stato preparato, l’App Store è stato messo online ed abbiamo cominciato a contattare i nostri potenziali clienti offrendogli il nostro servizio di traduzione (che inizialmente era focalizzato su tre sole lingue: Italiano, Giapponese e Inglese, appunto). Abbiamo avuto un riscontro inaspettato e richieste considerevoli, tanto da non saper più come controllare i nostri affari. Sentivamo anche la necessità  di ampliare il servizio con altre lingue. In pochi giorni abbiamo cominciato a ricercare traduttori professionisti sparsi per tutta Europa e Asia. In breve tempo siamo riusciti a formare un team di professionisti veloci, affidabili e molto interessati al nostro progetto. La richiesta non ha mai smesso di crescere e ad inizio ottobre abbiamo fondato DYS: Translations, ora specializzata in traduzioni di videogiochi, che ha sede legale in Giappone, ma sede aziendale in Italia.

DYS: Translations si occupa principalmente della traduzione di giochi per smartphone: quali sono le piattaforme su cui lavorate?
Ovviamente iPhone/iPod Touch in primis, ma ultimamente siamo stati contattati da alcuni sviluppatori di giochi per PSP, Nintendo DS , Palm ed Android.

Cosa ha rappresentato per DYS: Translations il lancio in Italia di iPhone e l’apertura di App Store?
Il lancio in Italia di iPod Touch/iPhone ci ha semplicemente “influenzati” ed ha fatto scattare l’idea principale per la creazione del nostro servizio. AppStore rappresenta una grande opportunità  per entrare direttamente in contatto con sviluppatori indipendenti spaventati dai prezzi inaccessibili di alcune compagnie di traduzione, ma disposti ad investire (cifre accessibili) per conquistare i mercati esteri. Questa situazione è appassionante sia per noi che per loro. àˆ un rapporto molto amichevole e puntiamo ad ingrandirci insieme. Ovviamente siamo in contatto anche con aziende più importanti, ma neanche loro disprezzano prezzi più accessibili rispetto allo standard che offrono altre compagnie di traduzione.

Vi siete occupati anche della localizzazione di software per Mac e PC?
Non abbiamo ancora avuto questa occasione, ma ovviamente non la escludiamo per il futuro.

Potresti descrivere a grandi linee ai lettori di Macity come funziona il vostro servizio di traduzione?
All’inizio eravamo noi a contattare direttamente gli sviluppatori.
Negli ultimi mesi si è creato un passaparola generale che ci ha aiutato non poco: ora riceviamo richieste di traduzione e localizzazione, prendiamo un accordo con il cliente e mandiamo i file a tutti i nostri traduttori. Nel giro di massimo due giorni (in caso di testi brevi) abbiamo i documenti tradotti in tutte le lingue. Li facciamo controllare da altri professionisti madrelingua e, una volta ricevuto l’OK, rispediamo il lavoro al mittente. Il processo di localizzazione prevede, invece, il test del lavoro svolto direttamente sulle piattoforme sulle quali “gira” il software. Tutti i nostri dipendenti hanno almeno un iPod touch o iPhone a loro disposizione.

Quali sono le difficoltà  principali nel lavoro di traduzione/localizzazione di giochi e programmi?
La difficoltà  ricorrente che contraddistingue il processo di localizzazione/traduzione di videogames è alquanto banale, ma degna di nota. Può accadere di trovare difficoltà  legate alla lunghezza delle singole parole. Non è detto che un tasto creato per contenere una parola italiana di tre lettere potrà  avere una traduzione accurata, per esempio, in tedesco (dove la lunghezza delle parole tende ad essere maggiore).

Nel vostro sito Web si legge che DYS: Translations effettua traduzioni anche per Android. Avete già  tradotto software e giochi per questa piattaforma? Che idea vi siete fatti su Android soprattutto nel confronto con iPhone?
Le traduzioni che abbiamo tradotto per Android si contano sulle dita di una mano, purtroppo. Molte delle compagnie o sviluppatori indipendenti che lavorano su Android hanno già  prodotto qualcosa per iPhone e stanno semplicemente sondando il nuovo mercato con applicazioni adattate alla nuova piattaforma.

Al momento non si può fare un confronto. Ci troviamo di fronte a due fenomeni diversi: App Store è in continua ascesa, Android Market è abbastanza giovane, ma faticherà  a tenere il confronto. Da parte nostra, non possiamo che augurarci anche il successo di Android, ma, al momento, ci sono pochi segnali positivi.

Per vostra missione dovete fornire un servizio di traduzione su qualsiasi piattaforma e media: i traduttori che lavorano per DYS: Translations utilizzano Mac o PC per il proprio lavoro?
Mac è un requisito fondamentale. Così come possedere un iPod/iPhone ed avere padronanza d’utilizzo dei vari smarphone. In aggiunta non può mancare un’innata passione per i videogames.

Ovviamente DYS: Translations traduce in Italiano giochi e contenuti sviluppati altrove ma i vostri servizi di traduzione possono servire anche agli sviluppatori nostrani per internazionalizzare i propri programmi. Vi è già  capitato di tradurre in inglese o in altre lingue giochi e software sviluppati in Italia?
Ci è capitato di tradurre e localizzare diverse applicazioni nostrane in diverse lingue. Mi sento in dovere di affermare che esistono sviluppatori italiani con grandi potenzialità  e creativià  che hanno già  conquistato e venduto i loro software in tutti gli App Store mondiali ottenendo notevoli riscontri e soddisfazione da parte degli utenti. Vorrei che chi ha le potenzialità  adatte capisse quale enorme bacino di utenza ha App Store e iniziasse a sviluppare giochi o semplicemente applicazioni innovative. Siamo un Paese di creativi, dobbiamo semplicemente esprimerci e produrre ciò di cui il mercato ha bisogno.

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