La Motion Picture Association of America (MPAA), associazione che promuove gli interessi degli studi cinematografici e che ha tra i suoi membri grandi studi del cinema statunitense, nell’ultimo report pubblicato evidenzia l’enorme crollo nella vendita di supporti fisici per la distribuzione di film (DVD, Blu-ray e UltraHD Blu-ray) con vendite in pratica dimezzate negli ultimi cinque anni.
Le vendite globali di questi supporti sono passate da 25.2 miliardi di dollari nel 2014 ai 13.1 miliardi di dollari nel 2018. L’arrivo di formati quali 8K Blu-Ray o altri formati di qualità non servirà a invertire la rotta. Forbes riferisce che gli ormai vecchi DVD con qualità ormai modesta rappresentano ancora il 57.9% nella vendita dei media fisici, mentre i Blu-Ray 4K solo il 5.3%.
GIà nel 2014 Sony aveva deciso di dire addio a DVD e Blu-Ray (“Non hanno futuro”, aveva detto un portavoce) Samsung ha presentato i Blu-Ray Ultra HD nel 2015 ma a febbraio di quest’anno ha deciso di non produrre più lettori Blu-ray, né normali né con supporto 4K. L’azienda sudcoreana non ha indicato i motivi di questa decisione ma è ovvio che si tratta di un problema di vendita, di un mercato ormai di nicchia, con basse prospettive di crescita soprattutto con la sempre maggiore disponibilità di servizi in streaming che spingono verso offerte senza supporti fisici, dematerializzazione che riceverà una spinta ancora maggiore con l’ingresso nel settore di colossi quali Apple e Disney.
Se il mercato dei supporti fisici è in calo, diverso è il discorso per gli abbonamenti ai servizi che offrono video in streaming. Il numero di abbonati globalmente a tali servizi è cresciuto del 27% arrivando a 613.3 milioni di utenti nel 2018, superiore per la prima volta agli abbonati via cavo (556 milioni). Questi ultimi ad ogni modo consentono ancora di ottenere maggiori ricavi, rappresentando nel 2018 le piattaforme con il più alto tasso di entrate, pari globalmente a 118 miliardi di dollari.
Gli analisti prevedono abbonamenti in crescita sensibile nei prossimi due anni, con operatori del settore quali Disney, Apple e WarnerMedia che proporranno nuovi servizi per competere con player già attivi quali HBO e Netflix.