Secondo un avvocato generale dell’Alta Corte d’Europa un’azienda come Uber dovrebbe essere trattata come qualunque altra società di trasporti, un parere che potrebbe avere conseguenze decisive sullo “status” dell’azienda da sempre bersaglio di numerosi enti pubblici e privati mondiali, in particolare europei.
Maciej Szpunar ha dichiarato che Uber “non può essere considerato un semplice intermediario tra conducenti e passeggeri”, e che pertanto “dovrebbe anch’esso ottenere le licenze e le autorizzazioni necessarie a norma del diritto nazionale”. L’opinione non è vincolante, ma in precedenza le sentenze della Corte di giustizia hanno storicamente seguito i consigli dei difensori generali.
Secondo Szpunar Uber non può essere considerata una piattaforma digitale perché la fornitura del trasporto è la “componente principale dell’attività economica dell’azienda”, mentre il servizio di collegamento dei passeggeri e degli autisti tramite l’applicazione smartphone è una componente secondaria.
Szpunar ha aggiunto che i conducenti Uber non perseguono un’attività autonoma indipendente dalla piattaforma aziendale e che Uber controlla gli aspetti economicamente importanti del servizio di trasporto urbano offerto attraverso la propria piattaforma.
Il caso è stato portato di fronte alla Corte di giustizia Europea nel 2015 da un giudice di Barcellona ed è incentrato sul come vada considerata Uber (e altri servizi simili), ovvero se vada trattata come una compagnia di trasporti o una mera piattaforma digitale che facilita l’incontro fra domanda e offerta.
Se il tribunale stabilirà che Uber è un servizio di trasporto, come affermano i sindacati dei taxi di molte nazioni, sarebbe soggetta alle rigide norme amministrative, fiscali e di sicurezza cui devono sottostare anche le tradizionali associazioni di taxi. Se invece il tribunale considererà Uber una piattaforma digitale, come sostiene l’azienda, sarà in grado di continuare a offrire servizi a basso costo.
Secondo Uber questo parere non ha un impatto significativo a livello di regolamentazione: “Abbiamo visto la dichiarazione e aspettiamo la sentenza finale entro la fine dell’anno”, ha detto un portavoce Uber in una dichiarazione. “Essere considerati una società di trasporto non cambierebbe il modo in cui siamo regolati nella maggior parte dei paesi dell’UE. Sarebbe tuttavia compromessa la necessaria riforma di leggi obsolete che impediscono a milioni di europei di accedere ad un servizio di trasporto affidabile in un semplice tap sullo smartphone”.