La batteria di iPhone 11 dura un’ora in più rispetto a quella di iPhone XR, iPhone 11 Pro offre fino a quattro ore di autonomia in più rispetto ad iPhone Xs mentre iPhone 11 Pro Max offre fino a cinque ore in più rispetto ad iPhone Xs Max.
Lo ha annunciato Apple durante l’evento di presentazione della nuova linea ed il merito è tutto del SoC di nuova generazione implementato in ciascuno di essi. Ma come ci riesce?
Come tutti i processori della serie A di Apple, anche il nuovo A13 Bionic si basa su ARM e come il suo predecessore è costruito con processo a 7 nm. La potenza del nuovo deriva però da 18 core che promettono un aumento di potenza del 20% rispetto all’A12 Bionic ed un incremento della velocità del 6%.
Ci sono infatti sei core nella CPU. Quattro core si dedicano invece alla GPU e gli ultimi 8 invece alimentano il processore neurale NPU che gestisce tutti i compiti di intelligenza artificiale come Siri, con un incremento delle capacità di elaborazione delle istruzioni di sei volte rispetto alla generazione precedente.
Ora, per quanto riguarda la CPU, quattro dei suoi core sono denominati Thunder e gestiscono le operazioni di base che non richiedono un’elevata potenza di calcolo (come telefonate e navigazione web), mentre gli altri due che Apple chiama Lightning sono progettati per entrare in funzione quando c’è bisogno di maggiore sprint.
Questa separazione dei compiti fa sì che, insieme ai core della GPU, consumino all’incirca il 30-40% di energia in meno rispetto ai core dell’A12 Bionic impiegato nei medesimi compiti.
Come spiegato da Sribalan Santhanam, ingegnere responsabile dello sviluppo di questo nuovo processore, la costruzione si basa su un processo a 7 nm “di seconda generazione”, che prevede miglioramenti incentrati in particolar modo sull’efficienza energetica.
C’è inoltre da dire che A13 Bionic è dotato di un maggior numero di transistor (8,5 miliardi contro i 6,9 miliardi dell’A12 Bionic) e ciò, come conferma Santhanam, va ad influire sulle migliori prestazioni dal punto di vista dei consumi. Per fare un paragone con la concorrenza il processore Kirin 990 di Huawei si basa su un processore Cortex-A76 di ARM ed ha 10,3 miliardi di transistor su otto core CPU, 16 core GPU e tre unità di elaborazione neurale.
Naturalmente ad iPhone manca una cosa che i suoi diretti concorrenti hanno: il 5G. Sia il Kirin 990 di cui parlavamo poco fa (destinato alla serie Huawei Mate 30), sia il processore Exynos 980 di Samsung che sarà presumibilmente integrato nella serie S11 dei prossimi Galaxy, sono già stati annunciati e tra le capacità di cui sono dotati c’è appunto il supporto alla rete 5G.
Kaiann Drance di Apple ha descritto il chip A13 Bionic come «La CPU e la GPU più veloci di sempre su uno smartphone», ma fino a che non avremo i telefoni in mano e di conseguenza la possibilità di eseguire qualche test di benchmark non ci è possibile confermare o smentire queste dichiarazioni, magari confrontandolo con le prestazioni del processore Qualcomm Snapdragon 855 di Galaxy S10 e con il Kirin 980 di Huawei P30 Pro per poi fare un raffronto con il grafico che l’azienda ha mostrato durante l’evento di martedì.
Secondo alcune ipotesi il prossimo anno sarà decisivo perché il primo iPhone con 5G dovrebbe utilizzare il modem Qualcomm X55 o una versione successiva restando così separato da tutto il resto: si ritiene che ciò potrebbe portare non pochi svantaggi al futuro chip A14 Bionic, in termini di prestazioni, rispetto ai processori degli smartphone concorrenti.