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Due settimane con Surface Laptop, considerazioni di un utente Mac

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Microsoft ha presentato i nuovi Surface Laptop in Italia qualche settimana fa e Macitynet ha assistito all’evento. Nel corso della presentazione siamo stati incuriositi e anche “sfidati” culturalmente, noi utenti Mac di vecchia data (dal 1995) dall’idea di testare questo dispositivo nella vita digitale, misurandone l’efficienza nei compiti quotidiani. E dato che nella vita i rimorsi sono meglio dei rimpianti, abbiamo accettato la sfida e messo nel cassetto il nostro fidato MacBook Pro da 13” con macOS Sierra e abbiamo trasportato documenti e cartelle nel nuovo fiammante Surface Laptop 13”.

Laptop

Le mani avanti

Mettiamo però le mani avanti: il senso di questa sfida non è giudicare Windows partendo da macOS o viceversa, nel senso che la “guerra” tra le due strade come tale sa un po’ di vecchio (ultimamente le discussioni si sono spostate di più sul mobile, tra utenti iOS e Android) e l’avventura è nata per cercare di scoprire da un lato se un utente Mac è in grado di lavorare con un portatile Windows, in questo specifico caso Windows 10 S (che merita più attenzione di quel che sembra) e dall’altro le impressioni che offre un hardware di alto profilo come Laptop ad un utente abituato alle attenzioni da parte di Apple.

Va anche sottolineato che il computer in questione appartiene alla fascia del MacBook, e che sarebbe sbagliato confrontarlo con un MacBook Pro (perché il livello di potenza è molto diverso) così come un iPad Pro: Microsoft propone in Italia anche il modello Surface Pro, un convertibile che invece si potrebbe collocare in una terra di mezzo tra iPad Pro e MacBook Pro 13”.

Prima di dettagliare l’esperienza vera e propria parliamo del prodotto, perché passare da un Mac a un PC non significa solo passare da macOS a Windows, ma anche affrontare culture costruttive diverse e soprattutto fare i conti con alcuni pregiudizi che noi utenti Mac un po’ abbiamo sempre avuto nei confronti del mondo PC medio.

Laptop: una classe inaspettata

La linea Surface Laptop è caratterizzata da quattro modelli tutti identici esteticamente, con dentro cambiamenti nel processore (da un Intel Core i5, 4GB di RAM e 128 GB SSD a Intel Core i7, 16 GB RAM e 512 GB SSD) con prezzi da 1.169,00 Euro per il modello base sino ai 2.549,00 Euro del modello Top e progettati nei colori Platino, Bordeaux, Blu cobalto e Oro Grafite.

Al momento però in Italia è disponibile solamente la versione Platino nelle configurazioni con processore i5, 4GB Ram e 128GB HD oppure con processore i5, 8GB Ram e 256GB HD (quest’ultimo oggetto del test).

La prima cosa che si nota una volta preso in mano è l’estrema leggerezza (solo 1,25 Kg) e l’ottimo bilanciamento ottenuto tra la tastiera e il display, che si apre con un dito senza tenere ferma la parte inferiore, segno di una grande cura costruttiva. Le conferme che siamo di fronte ad un prodotto molto ben costruito arriva da tanti altri dettagli: non ci sono viti da nessuna parte, il tutto è cernierato con una cura maniacale che non ci aspettavamo al di fuori di Apple, e che inevitabilmente piace, come piace la superficie superiore in metallo con il logo Microsoft lucido e la mancanza di adesivi Intel/ATI/nVIDIA (una pratica che non capiamo, e che non fatichiamo definire inaccettabile almeno esteticamente).

Una volta aperto, la parte più originale: la superficie della tastiera al di fuori dei tasti e del touchpad è realizzata in Alcantara, un materiale pregiato assolutamente inedito per un computer. L’esperienza d’uso con questo materiale è così particolare e diversa che non ci ha lasciato bloccati nel giudizio; non siamo neppure stati aiutati dall’ascolto di amici e conoscenti, ognuno con opinioni differenti in proposito la propria opinione.

Dopo alcuni giorni le sensazioni sono rimaste non definitive: la superficie, ci dicono, è lavabile ed a prova di sporco, cosa che andrebbe valutata tra diversi mesi, perché chi scrive (ma certo anche molti di coloro che leggono) è abituato a usare macchine con superfici metalliche o plastiche che hanno pochi problemi con grasso delle mani e polvere.

Il tocco resta comunque piacevole e, tra l’altro, i bordi sono morbidi e non taglienti come quelli del nuovo MacBook Pro sul quale bisogna non eccedere con la pressione di polsi. Anche d’estate, con il caldo, l’Alcantara ha offerto una superficie  piacevole, seppure resta viva l’esperienza di vent’anni di plastica e metallo che fatica a scomparire nelle abitudini.

L’utilizzo della tastiera è piacevole, chi scrive apprezza la sensazione “metallica” dell’ultima generazione di tastiere di Apple, qui invece il tocco è più morbido specie nella parte finale della corsa, ma resta comunque confortevole e preciso.

Non ci è piaciuto invece l’utilizzo del trackpad: di per sé è abbastanza preciso e comodo, ma i driver potrebbero fare di più: come su Mac anche in questo caso la divisione tra tasto destro e sinistro è netta (seppure non è indicata), ma spesso il sistema operativo non capisce le sovrapposizioni e per esempio per chiudere una finestra è necessario operare nella parte sinistra, quando basterebbe qualche istruzione in più per far capire al pad che alcuni clic sono ambidestri. Apprezzabili invece le gesture a più dita, complete e pronte nella risposta.

Non ci è piaciuta neppure la scelta da parte di Microsoft di proporre una sola porta USB-A per la comunicazione con l’esterno (oltre ad una uscita Mini DisplayPort e al jack per l’audio analogico): in un computer nuovo ci saremmo aspettati (almeno) una porta USB-C per l’espansione, che offre molte più opportunità in chiave futura e anche potenza nel trasferimento dei dati.

Considerata l’energia che una porta USB-A è in grado di erogare, l’unica possibilità di espansione è con un Dock esterno, perché un HUB USB-A non offre garanzie sufficienti (a meno di alimentarlo) e non importa se il connettore USB-A è ancora molto diffuso, un computer che ad oggi guarda ai prossimi 3-5 anni dovrebbe avere le migliori tecnologie a bordo (e qui non c’entra il fatto che Apple abbia già scelto, connettori Thunderbolt 3/USB-C sostano già su PC di altri vendor come HP, Lenovo o Razer).

Dopo le critiche invece le lodi: lo schermo è eccellente, la risoluzione è alta ma non altissima (2256 x 1504 pixel) ma è molto brillante e si vede molto bene in qualsiasi situazione. Alle volte alcuni elementi dell’interfaccia sono un po’ troppo piccoli ma provando ad abbassare la risoluzione lo schermo rimane brillante (anche se la definizione perde un po’).

Impressionante invece la durata della batteria, ufficialmente di 14 ore, nei nostri test forse un po’ meno (abbiamo però messo mano ai setting) ma comunque una durata importante che ha coperto una intera giornata di lavoro con il Surface collegato ad un display esterno, oltre che quando l’abbiamo usato in mobilità. Il merito di questo è anche soprattutto della scelta da parte di Microsoft di utilizzare Windows 10 S, di cui diremo tra poco.

Il fatto che Surface Laptop fosse un prodotto di qualità ce l’aspettavamo, soprattutto dopo il lancio, lo scorso anno, dei modelli professionali Surface Book e Surface Designer (non arrivati in Italia) e della linea Surface Pro che oramai da qualche anno offre modelli tipicamente superiori alla media dei convertibili.

Però usarlo è un’altra cosa, e bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare, sottolineando come Microsoft punti decisamente ad uno stile Apple per i propri prodotti, con dettagli di classe e caratteristiche premium, che fanno solo bene sia al mercato dei PC Windows, che, tutto sommato, anche al mercato dei computer in generale, dove sostano anche i Mac.

Quando l’inferno ghiaccerà

Finita l’analisi delle impressioni sull’hardware, passiamo al sofware e, inevitabilmente, alle note dolenti. Che però non sono così scontate come sembra: nel senso, non è che non ci è piaciuto Windows perché, come molti potrebbero pensare, non è macOS, ma non ci è piaciuto Windows 10 S proprio perché Microsoft è stata molto attenta nei dettagli dell’hardware quanto poco in quelli del software.

Prima di parlare dell’esperienza in sé però cerchiamo di capire bene che cosa è Windows 10 S: sostanzialmente si tratta di Windows 10, ma con alcune limitazioni importanti, prima tra tutte l’impossibilità di installare software che non provenga da Windows Store.

Questa pratica, mutuata dai sistemi mobile come iOS e Android (in parte), a nostro avviso è lodevole nel fine, meno nella pratica. Chi scrive apprezza lo sforzo di Microsoft di produrre un sistema più sicuro, stabile e chiuso (nel senso buono del termine), ottimizzato per l’hardware, in modo che non si debba ogni giorno lottare contro incompatibilità, conflitti, aggiornamenti o altro che sono pane quotidiano per chi ha usato Windows negli ultimi vent’anni.

Però questa buona intenzione non corrisponde concretamente con l’offerta attuale nello store: certo, durante il test è stato possibile utilizzare e scaricare App molto diffuse come Spotify, Evernote, Telegram, Plex (client), Acrobat e VLC, oltre allo stesso Office (nell’acquisto è inclusa una copia di Office 365 Personal), tuttavia a noi sono mancante molto alcune App fondamentali, come la suite Adobe CC (con Photoshop, Illustrator, InDesign, Premiere), QuarkXPress, alcuni tool per sviluppatori, 1Password per la condivisione di molte informazioni, iTunes (ma questo arriverà dopo l’estate), moltissimi giochi (tra i quali tutti quelli Blizzard come Diablo, Starcraft, Overwatch, Warcraft) e dulcis in fundo la possibilità di usare un browser che non sia Edge o Internet Explorer.

Oltre a questo non è possibile installare nessun driver che non sia già dentro Windows: si pensi a tutte le periferiche come mouse, tastiere, penne di terze parti, visori e quant’altro che necessita di un driver proprietario per funzionare in modo corretto, con Surface funzionano, ma solo nella loro versione base. Un esempio? Non abbiamo potuto definire con un mouse Logitech lo scorrimento naturale (quindi al contrario rispetto a Windows, come su macOS) perché nei driver Windows questa opzione non c’è (o non l’abbiamo trovata, ed è invece presente nei driver Logitech ufficiali).

Ovviamente lo store è pieno zeppo di alternative, più o meno valide (come ad esempio Photoshop Elements, ben diverso da Photoshop CC) e spesso più o meno colorate ma la sensazione che si prova, dopo pochi minuti, è un rovesciamento della medaglia: si torna ai tempi bui di MacOS, quando si viveva di poche App (ma la suite Adobe non è mai mancata) e chi ne voleva di più doveva migrare a Windows, solo che adesso è al contrario. I software ci sono, ma non li possiamo installare.

Questo tipo di limitazione è molto forte e ha inevitabilmente compromesso la nostra esperienza: sia chiaro, non intendiamo dire che tutti gli utenti di Surface Laptop debbano per forza usare Photoshop CC o giocare a Diablo, ma almeno un altro browser come Firefox o Chrome (e qualche driver) avrebbe decisamente fatto comodo.

A nostro avviso Microsoft deve lavorare intensamente con gli sviluppatori e portare molti, ma molti più prodotti dentro Windows App Store, per rendere Windows 10 S un prodotto veramente interessante, soprattutto perché la concorrenza offre prodotti simili senza queste limitazioni, oppure ispirarsi ad Apple per quanto riguarda macOS, che accetta App e driver che provengono da Mac App Store oppure da sviluppatori certificati (quindi sempre sotto il controllo di Apple), con un maglia più larga che conviene a tutti (anche se ovviamente il compito per Microsoft è assai più arduo di quanto non lo sia stato per Apple).

La via di uscita in questo senso è accettare il consiglio di Microsoft e eseguire l’upgrade a Windows 10 Pro, passaggio fattibile anche direttamente dagli utenti ma gratuito sino al 31 Marzo 2018, dopodiché costerà 79 Euro (a meno di ulteriori promozioni).

Un Windows che non t’aspetti

Prima che i lettori storcano il naso e traggano conclusioni affrettate però è doveroso sottolineare che l’esperienza con Windows 10 S all’interno di quelli che sono stati i programmi installati è stata perlopiù piacevole, seppure non capiamo la scelta di lasciare due pannelli di controllo diversi che fanno la stessa cosa e di certo non abbiamo apprezzato alcune routine abbastanza invadenti, da Cortana ad un avviso troppo insistente sull’attivazione di Office.

La suite Office è completa e stabile e le App che provengono dallo Store funzionano a dovere. Alcune routine di Windows ci sono sembrate alquanto strane ma ovviamente è un mondo diverso è l’abitudine ad alcuni movimenti o routine è difficile da eliminare, specie per un periodo di prova così corto.

Nell’utilizzo di Office, della navigazione, di alcune App online e della gestione dei documenti (anche in rete, con vari server e NAS, su questo Windows è un po’ più avanti di macOS) le sensazioni sono state buone, Surface Laptop non è un mostro di potenza ma fa il proprio lavoro in modo corretto: abbiamo apprezzato anche l’estrema pulizia del sistema operativo, che non propone antivirus o routine di terze parti non chieste per mettere in sicurezza o velocizzare alcunché.

Il numero di aggiornamenti di sistema o delle App è più alto di macOS ma dopo un po’ ci si abitua, anche se di tanto in tanto durante un riavvio abbiamo dovuto aspettare più del dovuto per una installazione non richiesta.

Conclusioni

Al termine delle due settimane è successo quanto era prevedibile: abbiamo ritirato fuori il nostro MacBook Pro e abbiamo ricopiato i documenti nella loro posizione (senza che il Mac ci chiedesse alcun aggiornamento): però pur contenti di essere tornati a casa, con tutte le nostre App a disposizione (nel corso della settimana, complice un’altra recensione in corso, avevamo comunque avuto il nuovo iMac sempre a portata), ci rendiamo conto che il nostro punto di vista verso il mondo Windows è cambiato.

Windows 10 S, pur con tutte le limitazioni del caso, offre una esperienza d’uso migliore di quanto ci aspettassimo: macOS appare più tradizionale, meno estremo in alcune cose e spesso (molto) meno invadente e “dittatoriale” nelle scelte, (anche se alcune volte anche lui ci fa arrabbiare) ma rispetto al passato Windows oggi appare più chiaro e vicino di quanto non lo sia mai stato, perlomeno nella esperienza pura che Microsoft propone con Surface.

Non passeremo a Windows prossimamente, perché il nostro prossimo Mac sarà molto probabilmente un MacBook Pro (anche e soprattutto per il suffisso Pro alla fine) ma possiamo ammettere che, nel caso dovessimo prendere un PC per diversi motivi (non economici) probabilmente Surface Laptop sarebbe la nostra scelta, con Alcantara e Windows 10 (elevato a Pro).

Surface Laptop è acquistabile in Italia presso la grande distribuzione, nello store ufficiale di Microsoft oppure in determinate configurazioni anche su Amazon.it

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