Da qualche tempo sono in voga sul web vari kit che promettono di scoprire le proprie origini etniche e individuare nuovi parenti con la semplice analisi del DNA. I kit in questione sono venduti a basso costo da aziende quali AncestryDNA, MyHeritage, 23andMe, FamilyTreeDNA e Living DNA e sono pensati anche come regali da offrire a persone che hanno voglia di trovare nuovi componenti della loro famiglia e scoprire le loro origini etniche.
Il test del DNA dovrebbe permettere di rivelare il proprio specifico retaggio, i gruppi etnici e le regioni geografiche da cui abbiamo origini, trovare parenti di cui ignoravamo l’esistenza e così via.
Queste aziende affermano che è possibile individuare luoghi “codificati” nel proprio DNA, identificando gruppi etnici che provengono storicamente dalle stesse aree geografiche e derivano da un pool genetico locale. Analizzando il DNA di una persona dovrebbe essere possibile determinare le porzioni per le quali si stima abbiano origine dai vari gruppi etnici supportati, rivelando la percentuale del DNA condivisa con le nostre corrispondenze e mostrando quanta stretta è la nostra parentela.
Il sito CNC riferisce che la scorsa primavera Charlsie e Carly Agro, sorelle omozigote, hanno acquistato dei kit da AncestryDNA, MyHeritage, 23andMe, FamilyTreeDNA e Living DNA, inviando via posta campioni del loro DNA a ciascuna di queste aziende per effettuare delle analisi. Benché le due gemelle abbiano un DNA virtualmente identico, i risultati ricevuti sono diversi in tutti e cinque i test ottenuti dalle aziende.
Nella maggior parte dei casi i risultati della stessa azienda hanno indicato alle due sorelle antenati provenienti dalle stesse parti del mondo anche se con percentuali variabili; ma secondo i risultati inviati dalla californiana 23andMe ognuna delle sorelle ha caratteristiche uniche riguardo alla propria stirpe di origine.
Secondo 23andMe, la famiglia di Charlsie è il 10% in meno “largamente europea” rispetto a Carly. Avrebbe anche discendenti in Francia e Germania, elemento che invece non risulta per l’altra sorella. Le gemelle omozigote apparentemente presentano gradi diversi di patrimonio genetico dell’Europa orientale, 28% per Charlsie e 24.7% per Carly. E mentre i discendenti dell’Europa orientale di Carly arriverebbero dalla Polonia, la nazione di discendenza della sorella non è stata individuata.
“Trovo sconcertante il fatto che presentino risultati differenti” ha spiegato Mark Gerstein, dottore in Biologia Informatica della Yale University.
Il team di Yale University ha analizzato i campioni di DNA delle due sorelle evidenziando risultati molto simili e spiegando che tali avrebbero dovuto essere quelli ottenute dalle aziende “incriminate”. I dati grezzi raccolti esaminando il DNA delle due sorelle è quasi del tutto identico, “terribilmente simile”.
Il problema potrebbe avere a che fare con le metodologie, o meglio, con gli algoritmi, usati da queste aziende. Secondo 23andMe minori variazioni possono portare gli algoritmi ad assegnare stime diverse in merito all’ascendenza; l’azienda ribadisce la validità del loro approccio, degli strumenti usati ma ammette che i risultati si basano su stime effettuate in modo statistico.
Giusto un anno fa vi avevamo espresso i nostri dubbi sul reale scopo di questi sistemi di analisi del DNA che sembra più un metodo di schedatura per fini totalmente diversi da quelli pubblicizzati.
