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DuckDuckGo apre a tutti la sua mail a prova di tracker

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È un nuovo indirizzo di posta elettronica ma non lo è. Questo tuttavia è il momento per prendervi il vostro indirizzo @duck.com senza però abbandonare il precedente. La cosa è un po’ complicata da spiegare ma in realtà funziona in maniera molto semplice.

Cosa sta facendo DuckDuckGo

L’azienda americana aveva già lanciato il servizio di Email Protection in beta privata lo scorso anno. Adesso la novità è che DuckDuckGo ha annunciato che è finalmente disponibile per tutti gli utenti Email Protection, un servizio di inoltro che vi permette di prendere un indirizzo e-mail gratuito “@duck.com” (se è ancora libero) che serve per intercettare i tracker di e-mail prima che raggiungano la vostra casella di posta personale.

In pratica, funziona così: il servizio di protezione e-mail di DuckDuckGo permette di utilizzare un indirizzo “duck” personale o privato (mettiamo il classico “[email protected]”) per proteggere il vostro vero indirizzo e-mail (ad esempio “[email protected]”) dalle aziende spione che inseriscono i tracker. Voi utilizzate l’indirizzo duck.com per iscrivervi a un determinato servizio X dell’azienda che vuole tracciarvi e vendere agli inserzionisti i vostri comportamenti. Mettiamo si chiami Faccialibro.com. Vi iscrivete con l’inidizzo duck.com che fa semplicemente da “uomo di mezzo” e passa la mail da duck.com al vostro me.com o quel che è. Pero, prima che l’e-mail arrivi nella casella di posta me.com, DuckDuckGo la priva dei tracker che rilevano la posizione dell’utente al momento dell’apertura di un’e-mail, l’ora in cui l’ha aperta e il dispositivo utilizzato. Inoltre, analizza il numero di tracker rimossi e le aziende a cui erano collegati e li filtra. Praticamente fa il lavoro dei adblocker per i browser, filtrando la posta.

Non è quindi un vero indirizzo di posta perché non c’è una nuova casella da controllare (tutto quello che arriva viene inviato direttamente al vostro indirizzo reale) e non si perde niente.

Iscriversi è facile

Per entrare nel servizio bisogna usare DuckDuckGo o con l’app mobile DuckDuckGo (per iOS e Android), aggiornata ovviamente all’ultima versione, oppure via browser. Sull’app bisogna aprire Impostazioni e selezionare Protezione e-mail. Su desktop, navigare su duckduckgo.com/email utilizzando un’estensione del browser DuckDuckGo (per Firefox, Chrome, Edge o Brave) oppure l’app DuckDuckGo per Mac (ancora in beta, ne abbiamo parlato qui)

Una volta entrati si sceglie un nome, che può essere compost da 8 a 30 lettere o numeri (niente segni speciali, neanche il punto) e ovviamente deve essere libero.

Non c’è solo l’indirizzo che scegliamo noi, però: si può fare anche di più. Gli indirizzi personali, come abbiamo detto, assegnano un nome di vostra scelta all’indirizzo di DuckDuckGo, come ad esempio [email protected]. Ma ci sono anche altri indirizzi ancora più riservati. Sono gli indirizzi privati che si spingono un po’ oltre: ogni volta che si inizia a compilare un campo di posta elettronica, DuckDuckGo genera un indirizzo casuale, che potrebbe avere un aspetto simile a [email protected], per esempio. L’utilizzo di un nuovo indirizzo privato ogni volta che si compila un modulo online dovrebbe rendere ancora più difficile per le aziende rintracciarvi. È anche possibile disattivare ogni indirizzo privato individualmente nel caso in cui uno di essi riceva molto spam.

Il meccanismo è simile da questo punto di vista a quello realizzato da Apple che permette di nascondere la mail che viene utilizzata per le iscrizioni, ma è ancora più sofisticato e gestibile a grana fine, oltre ad essere utilizzabile anche sulle altre piattaforme (Windows, Android, Linux).

DuckDuckGo apre a tutti la sua mail a prova di tracker

E se qualcuno ci risponde?

DuckDuckGo ha creato anche una dashboard per la gestione di fino dell’indirizzo di posta (sia quello principale che quelli temporanei generati per un singolo sito) per consentire di capire cosa fermare e cosa no. E per permette anche di rispondere.

Infatti, DuckDuckGo consente di rispondere dal proprio indirizzo Duck: il solito [email protected] o uno di quelli generati al volo, cioè sia che si utilizzi un indirizzo privato o uno personale. Questo può aiutare a nascondere il proprio indirizzo e-mail quando si risponde a un’azienda o a una persona che non vuole conoscere il proprio indirizzo personale o la propria identità. Ma poiché l’e-mail viene effettivamente inviata dal client di posta elettronica personale, come quello di Apple nel caso di me.com, DuckDuckGo sostiene che “non può garantire che l’e-mail non includa il vostro indirizzo di inoltro o qualsiasi altro identificatore personale”.

Come dicevamo, DuckDuckGo ha presentato anche una nuova dashboard self-service che consente di cambiare l’indirizzo di inoltro e di apportare qualsiasi altra modifica ai propri account Duck. È possibile provare la beta utilizzando l’estensione DuckDuckGo per Firefox, Chrome ed Edge, oppure accedendo al DuckDuckGo Privacy Browser per iOS, Android e Mac.

L’estensione del dominio della lotta

La soluzione portata avanti da DuckDuckGo, che comunque non è esente da ombre, è del tipo che tutti i difensori della privacy stanno sviluppando in questo periodo. Il tema di fondo infatti è bloccare la capacità che hanno le grandi aziende e i servizi di spionaggio industrializzato di tracciare e fare proprie di fatto le identità di milioni di persone.

Lo scontro adesso viene portato a un gradino maggiore per livellare il campo di battaglia, che nei primi anni di vita dei social e del digital advertising è stato molto a favore dei controllori delle tecnologie ma al tempo stesso ha avuto un impatto più limitato perché la parte popolata della rete (e la parte digitale delle nostre vite) era particolarmente contenuta.

Adesso che in effetti abbiamo tutti più o meno traslocato in rete e siamo diventati degli utenti digitali al cento per cento, che per dirla in musica “schiavi siam dei vizi suoi”, questo tipo di risposte, come quelle che stanno facendo servizi di attivisti ma anche Apple, Mozilla e altri, servono a ridare fiato e capacità di agenzia alle persone. E sembra che le persone gradiscano, visto che questi servizi vengono utilizzati sempre di più.

Una cosa che spesso sfugge è che colossi come Facebook hanno utilizzato questo tipo di tracking estremo per costruire profili da utilizzare nella vendita degli utenti ai piccoli commercianti locali, i quali stanno pagando l’aumento di privacy delle persone comuni con un crollo delle vendite a fronte di investimenti pubblicitari sempre più ingenti. Ma si sa che costruire un modello di business su cose eticamente scorrette o su sistemi all’apparenza gratuiti non è molto saggio e lamentarsene adesso appare quantomeno discutibile.

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