DuckDuckGo, il motore di ricerca che ha incentrato la sua fortuna concentrandosi sulla privacy, ha raggiunto il nuovo record di 30 milioni di ricerche dirette al giorno. Il record, toccato lo scorso 8 ottobre arriva a circa 10 anni dopo il lancio del servizio.
La crescita cavalca la scia lasciata dagli ultimi scandali sulla privacy online, fra i quali possiamo citare la recente violazione operata da Cambridge Analytica via Facebook al rilevamento della cronologia delle posizioni di Google senza consenso, o all’ultimo scandalo che ha coinvolto Google+, causandone la chiusura.
Avvenimenti che hanno reso le persone più consapevoli di come i loro dati vengono coltivati e sfruttati dalle grandi aziende tecnologiche e che potrebbero aver convinto una parte di utenza a rivolgersi al motore di ricerca dell’anatra, che dovrebbe garantire ai suoi utenti la massima privacy per le loro ricerche online.
I numeri sono incoraggianti e in costante crescita, ma la quota di mercato stimata per DuckDuckGo è ad oggi pari a circa lo 0,18 percento delle ricerche globali, un numero che impallidisce e sparisce di fronte a quelli dei colossi di ricerca più affermarti, come il 77 percento di Google, il 14 percento di Baidu e il 5 percento di Bing. Almeno DuckDuckGo ha la soddisfazione di aver superato un ex gigante, AOL, che oggi racimola un misero 0,03 percento.
I risultati di DuckDuckGo sono certamente lodevoli ma sembra che per il momento la privacy non sia uno dei punti più importanti per chi frequenta il web. Macitynet aveva in passato provato approfonditamente il motore di ricerca alternativo e ci eravamo già ai tempi posto il problema di quanto la privacy fosse percepita come una reale priorità per l’utente medio.
I numeri mostrati dal motore di ricerca mostrano un lieve incremento ma nulla che ad oggi possa esser considerato davvero significativo.