Tra le cause degli incidenti aerei dobbiamo aggiungere i droni volanti. Questo quanto si evince dal report pubblicato dall’Amministrazione Aviazione Federale che, dal 1 giugno ad oggi, segnala un aumento considerevole del numero dei droni che non rispettano le regole.
Esiste infatti un divieto per tutti i veicoli aerei senza equipaggiamento (UAV), non autorizzati a volare oltre 400 piedi ed in un raggio di cinque miglia dagli aeroporti: una regola che non è rispettata da tutti visto che negli ultimi mesi ben 175 incidenti aerei sono avvenuti per mezzo di un drone volante che volava dove in realtà non poteva, di cui 25 sono avvenuti per collisione degli stessi con un aereo o con un elicottero.
Lo scorso 29 luglio ad esempio, un UAV con apertura alare di un metro volava pericolosamente vicino (entro i 50 metri) ad un aereo della US Airways al Reagan National Airport; il 19 novembre, un altro drone si dirigeva diritto verso un elicottero di soccorso mentre cominciava la discesa a 2.400 piedi, costringendo i piloti ad effettuare una manovra d’emergenza per evitarlo. Questi sono soltanto due degli episodi pubblicati nella lista rilasciata dalla FAA a seguito delle numerose richieste dei media.
L’agenzia del Dipartimento dei Trasporti statunitense incaricata di regolare e sovrintendere a ogni aspetto riguardante l’aviazione civile sta attualmente lavorando ad una serie di regole da rispettare obbligatoriamente in modo da integrare con sicurezza il traffico aereo dei droni negli States, ma potrebbero volerci anni prima di vederle attuate nel paese. Ci sono già alcuni produttori di UAV, come ad esempio i creatori del drone Phantom, che hanno ragionato sull’ideazione dei propri prodotti programmandoli per non riuscire a volare in prossimità di aeroporti ed oltre i 400 piedi: purtroppo molti altri non hanno attive queste restrizioni, e nell’ultimo periodo la richiesta dei droni è aumentata considerevolmente.
La questione è più seria di quanto possa sembrare: lo stesso portavoce dell’Association of Air Medical Services a nome di tutti i piloti spera – riferisce il Washington Post – nell’arrivo immediato di una soluzione, prima che si verifichi una catastrofe.