L’idea di impiegare i droni per le consegne a domicilio è già realtà: mentre i colossi dell’informatica e delle rete sono impegnati con i primi test ufficiali e le regolamentazioni di legge, la malavita si è già attrezzata di tutto punto per impiegare un drone corriere bruciando tappe e tempistiche.
L’ultimo esempio arriva ancora una volta dagli USA: lunedì un drone corriere si è schiantato contro il muro di cinta della Oklahoma State Penitentiary, lasciando a terra un prezioso carico destinato ai detenuti. Il carico, attaccato al drone con filo da pesca, conteneva marijuana, pacchetti di sigarette, cigari, colla, metanfetamine, eroina ma anche un cellulare con relativa batteria e persino un seghetto. Questo kit di sopravvivenza per detenuti, di cui riportiamo la fotografia pubblicata da Reuters, dimostra senza ombra di dubbio che i droni possono effettuare consegne a domicilio senza problemi, almeno dal punto di vista del carico, ma che occorre qualche aggiustamento con ostacoli e recinzioni. Forse è oppurtuno anche un corso o un patentino per i piloti.
Negli USA si tratta già del terzo episodio di questo tipo: in agosto l’arrivo di un drone nell’ora d’aria ha scatenato una rissa tra i detenuti in una prigione in Ohio per accaparrarsi la merce, nel 2014 un altro drone si è schiantato sul muro perimetrale di una prigione nella Carolina del Sud.