Una intelligenza artificiale in grado di generare idee sempre nuove per film, un sogno per gli sceneggiatori a corto di idee e che potrebbe diventare realtà grazie a Dramatron, un strumento nato nell’ambito di DeepMind (l’azienda controllata da Alphabet, il gruppo che include anche Google) e che ha dimostrato enormi potenzialità, permettendo di realizzare automaticamente sceneggiature e dialoghi per film.
Gli sviluppatori descrivono Dramatron come uno strumento di “scrittura collaborativa”, in grado di creare personaggi in dettaglio, trame, descrivere località e generare dialoghi. L’idea è quella di mettere a disposizione una IA per creare ed elaborare quello che viene generato partendo da pochi suggerimenti permettendo di realizzare sceneggiature di film o un’opera teatrale.
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📅 December 9
⌚ 3pm CSThttps://t.co/ulHOnbHoEh @ml4cdworkshop pic.twitter.com/zTTbKQcDnS— DeepMind (@DeepMind) December 9, 2022
Sul sito ufficiale del progetto, l’idea è descritta come un sistema che utilizza modelli linguistici di grandi dimensioni che potrebbero essere utili agli autori per la co-scrittura di sceneggiature. Dramatron è in grado di generare storie gerarchiche con coerenza nel testo generato. Partendo da una riga di registro, è in grado di creare in modo interattivo descrizioni dei personaggi, punti della trama, descrizioni dei luoghi e dialoghi, risultati che forniscono agli autori umani materiale per la compilazione, l’editing e la riscrittura.
Sono previsti sistemi per “frenare” la possibilità di generare dialoghi offensivi e controllare vari aspetti. Sono stati eseguiti test con 15 scrittori e sceneggiatori, e questi sono concordi nel riconoscere che lo strumento in questione potrebbe essere utile per costruire ambienti o essere di aiuto nella modifica di elementi o personaggi della trama.
C’è già chi ha provato a sfruttare Dramatron in modo intensivo, ottenendo quattro opere “pesantemente modificate e riscritte”. Resta da capire cosa succederà in futuro con le sceneggiature, così come definire a chi apparterranno i diritti d’autore.
Lo scorso anno una Corte di appello del Regno Unito ha stabilito che alle intelligenze artificiali non è possibile attribuire crediti alla stregua di quanto accade con inventori che hanno registrato brevetti. Tra i possibili usi di questi sistemi, la possibilità di identificare plagi partendo dall’identificazione di alcune stringhe.
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