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Per la prima volta dal 2015 i download da App Store sono in calo

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In vista della conferenza guadagni Apple prevista per fine mese, nuovi dati da Morgan Stanley evidenziano come i download di App Store abbiano registrato un calo trimestrale  su base annua del 5%, il primo dal 2015.

Secondo quanto riferito dall’agenzia di analisi di mercato, il declino nel numero dei download sarebbe dipeso dalle “società di intrattenimento” come Netflix e Spotify, che hanno deciso smettere di vendere abbonamenti attraverso le proprie applicazioni iOS. Va però anche sottolineato che tra le altre problematiche non sottolineate ma che potrebbero essere alla base del calo ci sono meno vendite di iPhone, quindi una riduzione dei nuovi utilizzatori che scaricano le app che servono loro per cominciare la “vita” con gol dispositivo Apple, ma anche una variazione nelle strategie di marketing.

Ricordiamo che Cupertino dallo scorso autunno ha scelto un via del tutto “autarchica” alla visibilità delle applicazioni, cancellando le provvigioni agli affiliati di App Store così che numerosi siti hanno ora meno incentivi a segnalare applicazioni e a spendere risorse umane e denaro per andare alla ricerca di quelle più interessanti. In più ora Apple incentiva gli sviluppatori a fare pubblicità all’interno di App Store. In termini pratici ad oggi quasi tutta la visibilità di un’applicazione dipende dalle scelte che attua Apple per la sua vetrina e dalla disponibilità a pagare cifre non modeste per apparire nelle ricerche di App Store. Una tattica che solo a lungo termine si comprenderà se è efficace.

Con App Store, Apple ha distribuito 120 miliardi di dollari agli sviluppatori

A conti fatti, per ora, il risultato finanziario potrebbe essere negativo per App Store. Secondo le stime di SensorTower sarebbe infatti pari 3.7 miliardi di dollari, al di sotto delle stime che aveva elaborato Apple anche se pur sempre in crescita del 15% anno su anno. Resta da vedere che cosa succederà nei prossimi mesi quando peseranno ancora più massicciamente le scelte strategiche di colossi che vedevano abbonamenti in app (Netflix e Spotify sono solo i due più importanti) indispettiti dalla tassa imposta da Apple sulle transazioni. Riuscirà Cupertino a mettere rimedio con gli abbonamenti di Arcade e con gli altri servizi che vuole vendere attraverso le sue piattaforme? Oppure l’invasione di campo di chi vende abbonamenti a riviste e servizi di intrattenimento peserà ulteriormente sullo scenario di App Store?

Ad ogni modo, maggiori informazioni sugli introiti Apple si avranno con la conferenza sui risultati fiscali attesa per il 30 aprile prossimo. In quell’occasione si avrà un quadro migliore sui ricavi derivanti dai servizi nel corso del trimestre: sarà l’occasione, anche se Apple potrebbe essere poco chiara al proposito visto che i risultati di App Store non sono forniti esplicitamente, per capire che sta succedendo nel mondo delle app.

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