Dimenticate gli avvocati vecchio stampo. Da due anni i problemi con la legge dei cittadini di Londra e New York li risolve DoNotPay (non pagare), un robot che è riuscito a contestare con successo oltre 160.000 multe per parcheggio.
Quando appellato, l’automa raccoglie tutte le informazioni utili per determinare se è possibile effettuare un ricorso facendo domande del tipo “l’area di sosta era delimitata da strisce ben visibili?”. In caso positivo, l’utente sarà guidato durante l’intero processo d’appello nel tentativo di far annullare la multa. Nei suoi 21 mesi di attività – si legge su VentureBeat – il robot ha avuto successo nel 64% delle contestazioni, annullando 160.000 multe delle 250.000 presentate, un risparmio, per gli utenti, pari a 4 milioni di dollari.
Il bot è stato creato da Joshua Browder, uno studente dell’università di Standford dopo che quest’ultimo aveva accumulato circa 30 multe parcheggiando tra Londra e dintorni. Le modalità di ricorso – spiega – sono state le medesime in ogni occasione, da qui l’idea di creare un programma d’intelligenza artificiale che desse rapidamente tutte le informazioni corrette e senza passare per costosi avvocati.
«Penso che le persone che vengono multate per un parcheggio sono le più vulnerabili della nostra società» racconta durante un’intervista «Loro non cercano di infrangere la legge. Ma sono anche quelle che il governo locale sfrutta maggiormente per fare cassa». Browder mira ad espandere il supporto di DoNotPay anche a Seattle, ma il progetto è molto più ambizioso del “semplice” avvocato per le multe di parcheggio. Lo studente sta infatti lavorando ad un aggiornamento del sistema che permetterà di aiutare anche le persone vittime del ritardo dei voli delle compagnie aeree: per il futuro progetta già di offrire supporto anche ai portatori di HIV che desiderano conoscere i propri diritti ed ai rifugiati che vogliono conoscere gli ordinamenti dei paesi stranieri.