Oggi è il gran giorno di Donald Trump che giurerà come 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America, ma già ieri al neo presidente è stato richiesto di abbandonare il suo terminale Android per iniziare a usare uno smartphone sicuro, probabilmente un iPhone. Si tratta di una procedura standard: computer e telefono del presidente devono essere blindati dai Servizi Segreti: l’accesso al presidente è strettamente sorvegliato, così come lo sono gli strumenti da lui utilizzati per accedere al web, leggere le notizie e naturalmente comunicare, post sui social inclusi.
La stessa procedura era toccata a Barack Obama che si era imposto per non abbandonare il suo fidato BlackBerry, allora molto diffuso nelle aziende e negli ambienti governativi di ogni livello. Obama si era imposto anche perché l’alternativa proposta dai servizi segreti era un terminale molto meno avanzato e privo di funzioni già allora considerate indispensabili. Fu trovato un compromesso: Obama poté continuare a usare il suo BlackBerry ma furono limitate pesantemente le funzioni di comunicazione. Dopo qualche tempo anche a Obama fu permesso di usare un iPhone ma sempre con funzioni limitatissime: niente telefonate, blocco totale delle app installabili, blocco delle foto e anche della musica.
Tornando a Donald Trump si presume che il suo dispositivo personale precedente sia un Galaxy di Samsung, questo almeno è il profilo intercettato dai media USA nel 2016, durante l’accesa campagna elettorale in cui il terminale Android di Donald Trump è stato all’origine di decine e decine di post che hanno infiammato la rete e i social. Nel momento in cui scriviamo non c’è la certezza assoluta che il nuovo terminale presidenziale di Donald Trump sia un iPhone, ma visti i precedenti è molto probabile.