Donald Trump ha ampiamente usato Twitter durante la campagna elettorale, pubblicando tweet da un vecchio Galaxy S3 con una versione poco sicura di Android, ma anche da un iPhone, quest’ultimo un dispositivo sul quale, pare, è installata solo e soltanto un’app di terze parti: Twitter.
Negli ultimi due mesi i tweet da Android sembrano ad ogni modo spariti, sono più pacati e sembrano arrivare soltanto da un iPhone (o da più iPhone ammesso che il suo staff abbia il permesso di pubblicare a suo nome da più dispositivi). L’ultimo tweet da un dispositivo Android, fa notare il sito Re/code risale al 25 marzo: un messaggio per incoraggiare i suoi sostenitori a guardare il programma di approfondimento Justice With Judge Jeanine, in onda sul canale americano FoxNews.
Da qualche tempo si vocifera che il Presidente USA abbia consentito ai suoi avvocati di filtrare i suoi tweet, conseguenza anche delle indagini riguardanti la Russia e le circostanze che hanno portato al licenziamento del direttore dell’Fbi. Un team di legali valuterebbe i suoi cinguettii con l’obiettivo, ha spiegato un consigliere del Presidente al Wall Street Journal, di avere messaggi “che non vanno dalla mente del presidente all’universo” senza filtro. L’idea è di impedire crisi di comunicazione ed evitare le critiche che seguono a ogni singolo tweet come ad esempio quelle senza fine seguite a un messaggio come quello in cui aveva insinuato di avere una registrazione delle conversazioni con James Comey, il direttore dell’Fbi licenziato il 9 maggio scorso, per non parlare del tweet in cui aveva di fatto accusato – senza prove – il predecessore Barack Obama di avere ordinano intercettazioni della Trump Tower.
Come abbiamo accennato all’inizio i messaggi dell’account che usa l’iPhone sembrano ora più pacati, meno aggressivi (e a volte geniali) rispetto a quando usava il dispositivo Android. Riuscirà il 45esimo presidente Usa a farsi tenere a bada per il suo bene? Lo sapremo nei mesi seguenti…
Qualche giorno fa Ev Williams, il fondatore di Twitter, ha dichiarato di essaere “dispiaciuto” del fatto che il social network cui ha contribuito alla nascita abbia aiutato l’elezione di Donald Trump.