[banner]…[/banner]
Come prevedibile, cominciano ad arrivare i commenti dei vari big dell’IT sul dopo elezioni USA e il trionfo di Donald Trump. Il CEO di Apple Tim Cook in una mail inviata ai dipendenti li ha esortati a essere compatti e andare avanti.
Il CEO di Microsoft, Satya Nadella, ha parlato della questione su LinkedIn, complimentandosi con Trump ribadendo nel contempo fortemente l’impegno della Casa di Redmond alla sua misssion e ai suoi valori, in particolare “La promozione della diversità e la cultura dell’inclusione”. Nadella ha indirizzato gli utenti verso un post sul blog dello chief legal officer dell’azienda che illustra le priorità strategiche dell’azienda d’ora in avanti.
Nessuno dei CEO menzionati ha direttamente nominato Trump ma ovvi sono i riferimenti al neo-presidente. Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook ha scritto un post il giorno delle elezioni pubblicando una foto con la piccola figlia Max, mentre i due guardano uno schermo sul quale scorrono le percentuali di voto.
“La scorsa notte” scrive Zuckerberg, “è stata la prima elezione di Max. E ne vedrà ancora molte altre. Tenendola tra le braccia, ho pensato a tutto il lavoro che ci attende per creare il mondo che vogliamo per i nostri bambini. Un lavoro più grande di qualsiasi presidenza”. “L’obiettivo più importante a lungo termine per la generazione di Max è curare tutte le malattie, migliorare l’istruzione, creare connessioni e promuovere le pari opportunità. Dobbiamo lavorare insieme, trovare nuove strategie. E per questo ci vorranno anche decenni”. In conclusione un messaggio per l’attuale generazione: “Siamo fortunati ad avere la possibilità di rendere il mondo migliore, e abbiamo la responsabilità di farlo. Dobbiamo lavorare ancora più duramente”.
Lo scorso 12 aprile, parlando alla Facebook F8, l’annuale conferenza per sviluppatori, Zuckerberg aveva detto: «Mentre giro il mondo e mi guardo intorno, comincio a vedere persone e nazioni che si chiudono su se stesse, contro l’idea di un mondo connesso e di una comunità globale. Sento voci terribili che chiedono di costruire muri, e allontanare persone che considerano diverse. Per bloccare la libera espressione, per rallentare l’immigrazione, ridurre il libero scambio, e in certi casi, nel mondo, addirittura per impedire l’accesso a internet». Zuckerberg non aveva citato direttamente Donald Trump, noto per le sue idee apertamente xenofobe e radicali, ma era chiaro che fosse lui il bersaglio della critica.