Immaginate una comunità che abbia il calore e il fascino di una piccola città e la bellezza di un resort: non è solo un’idea ma il concreto progetto che la divisione “Storyliving by Disney” dell’omonima azienda sta mettendo in atto per trasformare i suoi parchi in vere e proprie comunità che potranno godere della stessa tranquillità che le persone ritrovano già nei suoi resort. Con l’unica differenza che questo sarà così tutti i giorni, per tutta la vita.
Per il momento è stata annunciata una sola location: una comunità composta da 1.900 unità abitative denominata “Cotino” che sarà costruita nella città di Rancho Mirage nella Coachella Valley in California; una località che probabilmente non è stata scelta casualmente, visto che qui un tempo visse lo stesso Walt Disney. Dalle immagini di progetto si intravedono ville, condomini e complessi residenziali raggruppati attorno ad una sorta di grande oasi di quasi 10 ettari che – spiega Disney – offrirà «acque turchesi limpide» alimentate dalla tecnologia Crystal Lagoons già rodata nei suoi resort.
Tra i servizi inclusi ci saranno negozi, ristoranti e luoghi di intrattenimento, nonché un hotel e una club house sulla spiaggia che ospiterà «programmazione, intrattenimento e attività Disney tutto l’anno». Le persone potranno visitare Cotino acquistando abbonamento giornalieri, mentre una parte sarà riservata ai residenti, il cui unico requisito è avere dai 55 anni in su. I prezzi per l’alloggio e le opzioni di finanziamento non sono stati annunciati e non è neppure stata definita la data di inizio lavori, né quando i residenti potrebbero cominciare a trasferirvisi.
Secondo le indiscrezioni sebbene Disney ci metta il nome e si occupi di commercializzare queste comunità, «non possiederà, costruirà o venderà le case»: di questo invece si occuperanno aziende esterne.
Non è la prima volta che Disney esplora sviluppi residenziali come questo: già nel ’96 aveva aperto i cancelli di Celebration, in Florida, una comunità stabilita vicino al Walt Disney World Resort, mentre nel 2011 ha aperto il lussuoso resort Golden Oak nello stesso Stato, dove i prezzi delle case partivano da 1,6 milioni di dollari. E’ per altro noto che lo stesso Walt Disney voleva realizzare un’utopica “città del futuro” chiamata Epcot, acronimo che starebbe per Experimental Prototype Community of Tomorrow (prototipo sperimentale della comunità di domani, ndr).
Non tutte queste comunità hanno avuto successo: i piani originali di Epcot erano estremamente ambiziosi e non sono stati mai realizzati, sebbene l’eredità di questa idea sopravviva in vari modi sia all’interno dei resort che negli stessi parchi della Disney; Celebration, per dire, soffre di ogni sorta di problemi anche banali, come quello di perdite d’acqua e muffa (di cui la Disney non è responsabile, visto che la manutenzione è gestita da altri).
Con quest’ultima impresa l’azienda vuole quindi apparentemente tentare di rimettere in campo il suo concetto di residenza da sogno, che ruota intorno all’idea di “raccontare storie”: il presidente della divisione parchi Disney, Josh D’Amaro, ha in effetti definito queste nuove comunità come «l’espansione della narrazione alla vita», da cui appunto nasce il nome del progetto.
Cosa questo significhi esattamente però non è chiaro. “Storytelling” è soltanto il modo in cui l’azienda praticamente dice che “farai una vita davvero piacevole se sganci un sacco di soldi”, oppure si sta progettando qualcosa di più coinvolgente? Secondo un rapporto di USA Today, sembra questa seconda opzione la più vicina agli obiettivi di questo progetto: «ogni singolo elemento di queste comunità sarà immerso in una storia: i residenti saranno partecipanti attivi nelle storie».
Forse i residenti di queste Storyliving di Disney potranno prendere davvero parte a delle avventure, aiutandoli a superare la crisi di mezza età e la noia suburbana. D’altronde perché pagare una terapia se si può trasformare la propria vita in un’opera teatrale? E’ il lieto fine potrebbe scriverlo proprio Disney.