Nel corso del suo intervento all’Università di Glasgow (Scozia), dove ha ricevuto una laurea honoris causa, il CEO di Apple ha parlato – tra le altre cose – dell’ordine esecutivo di Donald Trump con il quale si è tentato di limitare l’accesso nel paese ai cittadini di sette stati a prevalenza musulmana.
Nella conversazione con gli studenti, Cook ha parlato della bellezza di avere a che fare con persone “di diversa provenienza e differenti punti di vista”, l’elemento secondo l’amministratore delegato di Apple che “consente di creare i migliori prodotti possibili”.
“Abbiamo dipendenti che hanno ottenuto un permesso di soggiorno, lavorano e hanno portato le loro famiglie negli Stati Uniti. Si trovavano per caso fuori dagli USA quando l’ordine esecutivo è stato emanato e all’improvviso si sono ritrovati con la famiglia divisa. Non potevano rientrare e senza dubbio era una situazione critica”. “Abbiamo cercato di affrontare il problema ma è facile immaginare lo stress e le sensazioni che restano o il dover pensare «E se succederà ancora?».
Non è mancato un riferimento di Cook a Martin Luther King. “Il Dr. King – un vero eroe per me – diceva una cosa straordinaria: «Non ci pentiremo solo per le parole e per le azioni delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone». “Credo sia una lezione per tutti noi. Se ce ne restiamo qui senza fare niente e senza dire niente, e come dire che siamo d’accordo”.
“Steve (riferendosi a Jobs, ndr), era figlio di un immigrato. Nella nostra azienda ci sono immigrati. Hanno un ruolo essenziale per l’innovazione. La nostra impesa dipende dalla diversità, la diversità con la “D” maiuscola, diversità di pensiero; e le persone hanno generalmente differenti punti di vista sulle cose quando provengono da contesti diversi. È la bellezza, l’assetto che consente di connettere le persone con diversi background, punti di vista e creare prodotti migliori”.
https://youtu.be/x7iEf1itRRE