Già a partire dall’anno scorso la musica in streaming genera più fatturato in USA di tutti gli altri formati ma la vera curiosità è un’altra: per la prima volta in anni le vendite di CD e dischi in vinile superano il fatturato dei download di musica digitale.
È una gara al ribasso tra formati entrambi superati dalla nuova fiamma dello streaming, ciò nondimeno una chicca per gli appassionati che non hanno dimenticato questo affascinante supporto. Infatti CD e dischi in vinile sono calati del 4% con un fatturato di 1,5 miliardi di dollari, un calo contenuto che ha permesso di superare le vendite di download di musica digitale che nello stesso periodo sono invece calate del 25% raggiungendo un fatturato di 1,3 miliardi di dollari.
Il risultato è che per il 2017 i download digitali hanno contribuito per il 15% dei ricavi, mentre dalle vendite di CD e dischi in vinile arriva il 17% del fatturato del settore musica in USA, come segnala Engadget. Per sfruttare il ritorno di fiamma di CD e dischi, alcune società hanno pensato bene di riaprire stabilimenti per produrre dischi in vinile, senza contare marchi più o meno celebri che continuano a sfornare giradischi e piatti per riproduzione e ascolto.
Continua invece a crescere la musica in streaming che ora, sempre negli USA, rappresenta quasi due terzi di tutti i ricavi dell’industria musicale, settore in cui domina Spotify ma in cui Cupertino cresce rapidamente con Apple Music. Tra le tendenze più interessanti che emergono dai dati dell’associazione discografica RIAA troviamo i servizi di streaming limitati, proposti a un prezzo più aggressivo rispetto agli abbonamenti tradizionali. È il caso di Amazon Music con riproduzione dei brani limitato a un solo speaker Echo, ma anche proposto da Pandora Plus, due tipi di contratto che lo scorso anno sono aumentati dell’11% e che ora rappresentano da soli il 14% dell’intero mercato della musica in abbonamento.