Gli SSD ormai dominano il mercato in virtù della loro velocità ma in termini di capienza, i tradizionali dischi rigidi sono ancora imbattibili e sono ancora usatissimi in svariati ambiti per conservare grandi quantità di dati.
A ottobre dello scorso anno Seagate ha presentato un HDD da 18TB (che costa sui 600 euro) ma nei prossimi anni punta a proporre dischi rigidi ancora più capienti, con unità da 30TB previste per il 2023, da 40TB nel 2024-2025, 50TB per il 2026 e 100TB nel 2030, unità tutte nel classico formato da 3,5″.
Nella roadmap svelata di recente, Seagate prevede l’uso di diverse nuove tecnologie, in particolare la registrazione magnetica assistita da calore (Heat Assisted Magnetic Recording o HAMR) che consente di far rientrare un numero più alto di bit di dati, o “grani”, su ciascun piatto del disco, incrementando così la densità dei bit, stipati su ogni centimetro quadrato della superficie, il tutto senza influenzare la stabilità magnetica e termica. Per questo, un laser integrato nelle testine di registrazione riscalda un punto del disco per modificare la polarità magnetica dei bit necessari per la scrittura. La stabilità dei grani a temperature normali (“stabilità termica”) è un problema e ‘unica soluzione è produrre i piatti dei dischi con materiali nuovi, per rendere i grani termicamente più stabili e impedire che influinzino quelli più vicini.
La tecnologia HAMR impiega un nuovo tipo di supporto magnetico su ciascun disco, che consente ai bit di dati di occupare meno spazio, ravvicinati come mai prima, continuando, tuttavia. a garantire la stabilità termica e magnetica. I nuovi dati vengono scritti mediante un piccolo diodo laser fissato a ciascuna testina di registrazione, che scalda temporaneamente una piccolissima porzione del disco, consentendo alla testina di registrazione di invertire la polarità magnetica un singolo bit alla volta per scrivere i dati. Poiché ogni bit si scalda e si raffredda nuovamente in un nanosecondo, il laser HAMR non influisce sulla temperatura dell’unità o sulla temperatura, stabilità o affidabilità del supporto in generale.
Secondo l’ASTC (Advanced Storage Technology Consortium), la tecnologia HAMR sarà la prossima innovazione tecnologica nel campo della memorizzazione, e contribuirà ancora di più ad aumentare la quantità di dati da memorizzare in una certa area: la “densità d’area” dell’unità. L’aumento della densità d’area contribuirà ad alimentare lo sviluppo e la crescita delle unità disco nel prossimo decennio.
Seagate, al pari del concorrente Western Digital, sta anche cercando di migliorare la velocità dei dischi tradizionali, puntanso sulla diffusione della tecnologia multi-actuator MACH.2, in grado di controbilanciare più che mai le pressioni sulle prestazioni, causate dall’aumento della densità d’area delle future unità disco. La promessa è offrire livelli di prestazioni più elevati per le unità disco (in termini di IOPS, velocità di throughput e latenza ridotta) e, allo stesso tempo, stare al passo con la necessità di gestione di una quantità di dati in continuo aumento. MACH.2 sfrutta due attuatori indipendenti per il trasferimento simultaneo di dati, permettendo flussi paralleli di dati in entrata e in uscita da una singola unità disco, raddoppia le prestazioni IOPS di ogni singola unità disco. Attualmente questa tecnologia è riservata ai dischi per data center ma in futuro dovrebbe arrivare anche su prodotti più generici.