Apple ha perso l’esclusiva sui diritti del marchio iPhone in Cina. Secondo quanto riportato dal Legal Daily, la Corte Municipale Popolare di Pechino ha respinto definitivamente il 31 marzo scorso il ricorso di Apple nella disputa sul marchio contro l’azienda cinese Xintong Tiandi che ha ottenuto il diritto a pieno titolo di produrre e vendere borse e altri prodotti in pelle a marchio “IPHONE”
Xintong Tiandi aveva registrato il marchio “IPHONE” per prodotti in pelle nel 2007, circa cinque anni dopo che Apple registrasse lo stesso nome in Cina per software e hardware. Apple ha presentato il caso all’autorità cinese sui trademark nel 2012, ed ha poi ha intentato causa al tribunale di Pechino inferiore. Sia l’autorità sui trademark, sia il tribunale hanno dato torto ad Apple.
Secondo una sentenza del 2013 da parte dell’autorità cinese sui trademark Apple non ha potuto dimostrare che “IPHONE” era già un marchio ben noto in Cina prima che Xintong Tiandi lo registrasse nel 2007; per questa ragione “il pubblico non collegherà il marchio in disputa con Apple, per danneggiare i suoi interessi [di Apple]”.
Il giudizio finale della Corte Municipale Popolare di Pechino sostiene e ribadisce questa sentenza e osserva che iPhone è stato venduto in Cina solo a partire dal 2009. Inoltre il giudizio non fa distinzione tra la lettera minuscole di Apple “i” nel marchio “iPhone” e la maiuscola di Xintong “I”, riferendosi ad entrambi i marchi come “IPHONE”.
Xintong Tiandi ha scritto sul suo sito web che la decisione della corte è riflesso di un “mercato libero: sfrutteremo al massimo il marchio ‘iPhone, e lavoreremo insieme [ad Apple] per garantire maggiori benefici agli utenti iPhone” si legge sul sito. Sicuramente ora sarà possibile acquistare sia lo smartphone sia la custodia ad esso dedicata marchiati con lo stesso nome.
Si tratta delle seconda grande sconfitta di Apple in terra cinese sui suoi marchi più importanti: in passato Apple ha dovuto sborsare 60 milioni di dollari per poter usare il marchio iPad in Cina, detenuto da Proview.
La vicenda pare dimostrare che, come sospetta qualcuno, la Cina sia un terreno molto scivoloso per Apple dove è facile cadere per una complicata serie di intrecci tra governo ed aziende e rapporto non sempre del tutto trasparente ed indipendente tra politica, giustizia ed economia. In un paese come la Cina, ha detto recentemente Carl Icahn, chi governa può facilmente dettare le regole ed obbligare a scelte non coerenti con la strategia di profitto di un’impresa, rendendo complicato se non impossibile imporsi sul mercato locale.