James Comey, direttore dell’FBI, vuole riavviare le discussioni sulla questione cifratura con le aziende del mondo IT, “prima che succeda qualcosa di terribile” alterando il quadro della discussione.
Comey ha parlato nel corso della conferenza internazionale sulla cybersicurezza che si è svolta a New York City la scorsa settimana e ha detto che le discussioni governative dovranno attendere il 2017 con l’elezione del nuovo presidente. “A un certo punto, la cifratura diventerà un importante evento in questo paese” ha detto Comey; “dobbiamo discutere ora prima che accada qualcosa, perché subito dopo il tempo per una profonda riflessione sarà significativamente ridotto”.
Nel corso della conferenza, Comey ha detto che avrebbe preferito un dibattito con le aziende IT sulla questione cifratura a porte chiuse ma di comprendere perché Apple preferisca il contenzioso per avviare le conversazioni.
Su 4.000 telefoni cellulari sequestrati in quanto dispositivi con potenziali prove nei primi sei mesi del 2016, l’FBI non è stata in grado di sbloccarne 500, come riporta AppleInsider. “Nessuno è dalla parte del giusto, nessuno è il demonio” ha detto ancora Comey ripetendo quanto già affermato altre volte; “in questi discorsi, condividiamo tutti gli stessi ideali”.
Della questione cifratura si dibatte da tempo, in particolare dopo che il governo USA ha dovuto combattere per accedere all’iPhone 5c dell’attentatore di San Bernardino. Washington ha fatto pressione su Apple e in molti vorrebbero una backdoor per accedere sempre e comunque al dispositivo.
Il CEO di Apple Tim Cook ha definito le richieste del governo uno spaventoso attacco alla privacy. Comey ha dichiarato che l’hack sfruttato per accedere all’iPhone 5c dell’attentatore di San Bernardino è costato 1,34 milioni di dollari: tra l’altro, sul telefono, non è stato trovato nulla di utile alle indagini.