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Dipendenti chiedono a Apple di schierarsi a sostegno dei palestinesi

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Dipendenti di Apple stanno facendo circolare una mail nella quale chiedono al CEO Tim Cook di presentare una dichiarazione a sostegno dei palestinesi.

La dichiarazione in questione – riferisce The Verge – è stata già firmata da 1000 dipendenti. Gli autori fanno parte dell’Apple Muslim Association (Associazione Mussulmani Apple), e chiedono all’azienda di riconoscere che “milioni di palestinesi sono attualmente vittime di un’occupazione illegale”.

I membri della Apple Muslim Association — collettivo ufficiale formato da alcuni dipendenti – riferiscono di avere sentito la necessità di scrivere la nota in quanto l’azienda non ha condannato le violenze in Palestina. “Siamo frustrati e delusi perché, ancora una volta, molti tra coloro che occupano posizioni di potere e influenza, scelgono di rimanere in silenzio o comunicano inutili dichiarazioni neutrali a favore di “entrambe le parti” per quanto riguarda la situazione palestinese.

La lettera inviata a Tim Cook arriva due giorni dopo una lettera simile inviata dai dipendenti ebrei di Google che hanno chiesto al CEO Sundar Pichai di schierarsi contro il massacro dei palestinesi.  La richiesta è quella di condannare formalmente gli attacchi e di riconoscere il «danno arrecato ai palestinesi dalle forze armate israeliane e dalla violenza delle bande». Google, a loro modo di vedere, dovrebbe fornire maggiore sostegno ai palestinesi visto quanto sta succedendo.

Dipendenti chiedono a Apple di schierarsi a sostegno dei palestinesi

«Siamo una coalizione di diversi googler ebrei e alleati preoccupati per il dialogo interno sulla violenza politica e razziale in Israele e Palestina – si legge nella lettera – noi ebrei non sosteniamo le opinioni di coloro che ti hanno scritto cercando di raccogliere sostegno per azioni esclusivamente filo-israeliane e filo-sioniste». E ancora: «Google è il più grande motore di ricerca del mondo e qualsiasi repressione della libertà di espressione che si verifica all’interno dell’azienda è un pericolo non solo per i googler interni ma per tutte le persone in tutto il mondo».

Oltre al supporto diretto, nella lettera dei dipendenti di Big G si chiede anche di arrivare a una risoluzione di tutti quei contratti commerciali che possano supportare «violazioni israeliane dei diritti umani palestinesi, come le forze di difesa israeliane».

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